Rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso si conferma l'andamento positivo, con una riduzione di 16mila casi. Stabili gli episodi mortali (428 vittime a fronte di 431). Il presidente Sartori: "Cifre provvisorie, ma che testimoniano la crescente attenzione sulla sicurezza. Serve, tuttavia, un ulteriore salto di qualità" ROMA - Flessione del 4% degli infortuni sul lavoro in Italia nel primo semestre 2011 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (quando il calo era stato sensibilmente inferiore e pari al -1,9%). I dati - per quanto ancora provvisori - segnano, infatti, una riduzione di circa 16mila casi (da circa 388mila a 372mila). Restano quasi immutati, invece, gli episodi mortali: 428 vittime rispetto alle 431 del primo semestre 2010 (-0,7%), anno in cui - con una contrazione record - si è scesi per la prima volta dal dopoguerra sotto la soglia dei 1000 morti. Sartori: "La riforma del Welfare continua a dare i suoi frutti". "Non mi piace cantare vittoria, soprattutto in un momento come questo quando la mente corre veloce alle recenti tragedie sul lavoro che hanno colpito diverse famiglie cambiando per sempre e in modo violento la loro vita, e per questo voglio testimoniare la mia vicinanza personale e quella dell'Istituto a tutti i famigliari delle vittime sul lavoro e ai tanti infortunati", commenta il presidente dell'INAIL, Marco Fabio Sartori. "Quanto ai dati nello specifico, va evidenziato che quel cammino di riforma del sistema che abbiamo iniziato ormai diversi anni fa insieme a tutti gli attori del sistema Welfare continua a dare risultati. Se, infatti, ogni singolo incidente è sempre un dramma per il lavoratore che lo vive e per la sua famiglia, non possiamo non sottolineare che i dati riferiti agli infortuni nel primo semestre 2011 - con tutta la prudenza statistica del caso - testimoniano una sempre crescente attenzione sia da parte dei lavoratori che dei datori di lavoro alla tematica della sicurezza". Flessione più pronunciata nell'industria. L'analisi delle varie attività economiche evidenzia riduzioni diffuse, ma di diversa intensità: il calo degli infortuni è più pronunciato nell'industria (-5,6%) rispetto ai servizi (-3,2%) e all'agricoltura (-2,6%). Da sottolineare, peraltro, è che per tutti i rami di attività l'Istat registra un lieve aumento occupazionale (compreso tra +0,2% e +0,4%). Positivo il dato delle costruzioni (-5,8%), anche se condizionato dalla crisi occupazionale del settore (-4,3%). Per i casi mortali si è registrata una sostanziale stabilità dei dati, con un aumento o una diminuzione di poche unità nei diversi rami di attività. Situazione generalizzata sul territorio. Sul piano territoriale il calo risulta generalizzato: nel Mezzogiorno e nel Centro (rispettivamente -5,7% e -4,4% per gli incidenti in complesso) i lavoratori italiani si sono infortunati meno rispetto al Nord (-3,3%). Quest'ultimo si segnala, tuttavia, per un aumento occupazionale dello 0,6%, che al Sud si ferma solo al +0,2%, contro il decremento registrato nel Centro dello 0,6%. I casi mortali calano sensibilmente nel Mezzogiorno (25 decessi in meno, pari a -15,9%), restano sostanzialmente invariati al Centro (due casi in meno, pari a -2,4%), mentre aumentano nel Nord (+24 vittime, +12,6%). "Una prevenzione ancora più mirata". "Alla luce di questi risultati - ma anche, e soprattutto, degli incidenti che purtroppo continuano a verificarsi - vogliamo puntare a una diffusione sempre più capillare e mirata delle azioni di prevenzione. Dieci anni di progressi non bastano: è urgente un ulteriore salto di qualità", afferma, ancora, Sartori. "Un passaggio chiave sul quale l'Istituto lavora senza sosta e che vuole raggiungere grazie a una nuova politica della prevenzione che stiamo mettendo in campo in maniera strettamente coordinata con le direzioni regionali, continuando a puntare a un solo obiettivo: quello degli infortuni zero".