Martedì 27 settembre ActionAid ha presentato l'ultima edizione dell'annuario della cooperazione italiana "L'Italia e la lotta alla povertà nel mondo", un'analisi indipendente sull'operato dell'Italia a favore dei Paesi in via di sviluppo.
La cooperazione italiana nella valutazione di ActionAid è definita "fuori classe": l'Italia infatti è ormai certificata "fuori" dai criteri europei della "buona cooperazione" allo sviluppo, classificandosi tra le economie avanzate come il Paese che ha maggiormente ridotto gli aiuti, più di Grecia e Irlanda. Inoltre detiene la principale responsabilità del fallimento dell'Unione Europea nel raggiungere gli obiettivi finanziari stabiliti per il 2010. I tagli ai finanziamenti alla lotta alla povertà sono dettati da scelte politiche: si tratta infatti di riduzioni pari al costo di costruzione di uno dei nostri 131 caccia bombardieri F-135, alla metà delle spese elettorali derivanti al non accorpamento del voto referendario e del voto amministrativo o a sei mesi di operazioni militari in Libia.
Si sottovalutano i costi che queste scelte comportano per il nostro Paese, ma le conseguenze della non-cooperazione cominciano a essere visibili: per esempio nella riduzione del peso dell'Italia nei consigli d'amministrazione di alcuni fondi di sviluppo, nella diminuzione di personale italiano nelle organizzazioni internazionali, nella riduzione della nostra quota nel finanziamento delle Nazioni Unite e nella diminuzione di appalti vinti da imprese italiane nei Fondi internazionali di sviluppo.
In "L'Italia e la lotta alla povertà nel mondo" ActionAid propone per il terzo anno consecutivo una classifica d'impegno parlamentare su temi relativi alla cooperazione allo sviluppo e interviste a figure chiave della politica italiana. Nel complesso, la cooperazione allo sviluppo ha scarsa rilevanza nelle discussioni parlamentari e la nostra classifica mira a dare visibilità ai deputati e senatori che più si sono spesi sul tema.
Come nelle precedenti edizioni, nella pubblicazione è stato riportato inoltre il giudizio sull'aiuto italiano da parte della società civile dei Paesi in cui la cooperazione italiana è più attiva. Quest'anno l'analisi si è concentrata sui Territori Palestinesi, dove l'imprevedibilità degli esborsi, la mancanza di focus degli interventi e l'obbligo di partenariato o di utilizzo di expertise italiana sono stati rilevati come i principali limiti della nostra cooperazione.
La novità dell'evento di lancio di quest'anno è stata la premiazione di tesi di laurea e dottorato sulla cooperazione allo sviluppo. Per alimentare il dibattito e sostenere la ricerca sul tema, nel 2010 ActionAid ha istituito il premio di laurea "L'Italia e la lotta alla povertà nel mondo", volto a premiare le migliori ricerche universitarie sulla cooperazione italiana. Al più presto saranno rivelati i nomi dei vincitori.