Si è svolta a Loreto fino al 12 luglio la nona edizione del Meeting Internazionale sulle Migrazioni apertosi il 7 luglio. Organizzata come consuetudine dai Missionari e Laici Scalabriniani l'edizione 2006 si è avvalsa della preziosa collaborazione della Fondazione Agnelli di Torino e della Fondazione ISMU di Milano. L'edizione 2006 del Mim cade a ridosso della conferenza internazionale presso le Nazioni Unite sul fenomeno migratorio che si terrà il 14 ed il 15 settembre 2006 a New York.
Quest'anno il tema del meeting è stato: "Il peso politico dei Migranti; per una democrazia di tutti e per tutti". Davvero notevole lo sforzo che ha prodotto un vasto il programma di convegni, laboratori, spettacoli e appuntamenti sportivi. Lunedì 8 luglio si è svolto l'intervento di P. Graziano Battistella professore del Simi (Scalabrini International Migration Institute). P. Battistella ha offerto una ricca panoramica sulla situazione attuale a livello internazionale in ambito di fenomeni migratori. Ne ha fatto una mappatura sulla distribuzione mondiale e sui singoli ambiti regionali fornendo spunti sulle cause strutturali dell'emigrazione stessa alla luce dei dati più recenti.
Il professore del Simi ha poi posto l'accento sul rapporto fra migrazioni e sviluppo evidenziando il fenomeno delle migrazioni "qualificate" (di migranti con alta formazione), che vede gli stati maggiormente sviluppati impegnati in una vera e propria competizione per l'accaparramento dei cervelli provenienti dai paesi in via di sviluppo "competizione alla quale l'Italia non sembra interessata a partecipare". "Bisognerebbe considerare le migrazioni come un fattore di co-sviluppo - ha concluso il Professore-, basando le politiche sul rispetto dei diritti fondamentali delle persone e rafforzando la collaborazione internazionale, a cominciare dal livello regionale".
Nella giornata di martedì 9 luglio si è svolta la Tavola rotonda intorno al rapporto fra Migrazioni e politica. Secondo P. Beniamino Rossi, Presidente Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione lo sviluppo, "le società europee hanno relegato il religioso nella sfera individuale e del privato, mentre l'immigrazione, accentuando l'approccio comunitario e il diritto alla manifestazione collettiva della propria religione, ha determinato un ?ritorno del religioso', inteso non tanto come la pratica religiosa vera e propria, quanto piuttosto come la serie di valori legati alla libertà di coscienza".
Secondo P. Rossi, "diventa particolarmente importante introdurre delle ?restrizioni' al diritto di libertà religiosa contemplato nella Convenzione europea dei diritti dell'uomo (art. 9, par. 2), con riferimento alla sicurezza, alla protezione dell'ordine, della salute, o della morale pubblica, come pure alla protezione dei diritti e delle libertà altrui". Il fatto che tutte le religioni arrivino a condannare ogni intolleranza e ogni proselitismo aggressivo, che superino la tentazione di intendere una norma specificamente religiosa come una legge di Stato, che tengano distinte le proprie competenze da quelle dello Stato, è senza dubbio un passo importante verso la costruzione di una società pluralista europea sul piano religioso.
Durante i lavori del meeting si è avviata una riflessione su alcune esperienze in alcuni paesi europei. Primo fra questi la Germania. Ne ha parlato il prof. Steffen Angenendt (German Council on Foreign Relations) che commentato la nuova legge tedesca sulle politiche migratorie.
La nuova legge che viene messa in cantiere dal 2005 è espressione della politica portata avanti da Angela Merkel. Un indirizzo conservatore dettato dalla sicurezza che si vuole garantire contro il terrorismo. "La nuova legge migratoria -riporta il professore- ha portato in Germania diversi cambiamenti: ha definito due titoli di permesso di soggiorno; istituito un ente federale per l'immigrazione dei rifugiati; permette l'ingresso a lavoratori altamente qualificati; concede a studenti, che hanno seguito un ciclo di studi in Germania, di rimanere un anno a lavorare; istituisce uno sportello unico per le richieste di permesso di soggiorno; introduce delle nuove regolazioni sui rifugiati (non solo chi è perseguitato politicamente, ma anche chi subisce un trattamento inumano).
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