Colpita da un conflitto cronico e da una siccità ricorrente, la Somalia ha ora il tasso di mortalità infantile sotto i 5 anni più elevato del pianeta.
Questo il dato che emerge dal recentissimo rapporto "Levels & Trends in Child Mortality" ("Livelli e tendenze della mortalità infantile") realizzato dall'IGME, il Gruppo Inter-agenzie ONU per la stima della mortalità infantile, guidato dall'UNICEF e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Secondo questo rapporto, in tutto il mondo le morti evitabili di bambini tra 0 e 5 anni sono scese dal 1990 a oggi del 35%. Tuttavia la Somalia, nel 2010, registra un tasso di mortalità infantile pari a 180 decessi ogni 1.000 nati vivi, il più alto al mondo.
«Anche prima dell'attuale crisi, in Somalia 1 bambino su 6 moriva prima di compiere il quinto compleanno. Ora purtroppo ci aspettiamo un numero di decessi ancora maggiore» ha detto Rozanne Chorlton, Rappresentante UNICEF in Somalia. «Non c'è dubbio che per un bambino la Somalia sia uno dei luoghi più difficili dove sopravvivere.»
Una combinazione letale di malnutrizione e malattie
In sei aree nel sud della Somalia è stata ufficialmente dichiarata la carestia: Basso Shebele, Bakool meridionale, Shebele centrale, regione di Bay, corridoio di Afgoye e Mogadiscio. Nel centro e nel sud della Somalia, 750.000 persone sono a rischio imminente di morte e 1,5 milioni di bambini hanno bisogno di immediata assistenza umanitaria, di cui 336.000 bambini sotto i cinque anni affetti da malnutrizione acuta.
Nella regione di Bay viene registrato il più alto tasso di malnutrizione acuta globale, intorno al 58%, una percentuale quasi quattro volte superiore al livello (15%) fissato dall'OMS come soglia di emergenza.
Nei prossimi mesi, con l'inizio delle piogge, il rischio di epidemie, come la malaria e la polmonite, è destinato a far aumentare ulteriormente la mortalità. Con uno stato di malnutrizione acuta, il rischio per un bambino di contrarre infezioni può aumentare fortemente e può portarlo alla morte.
Già nel mese di agosto in Somalia meridionale e centrale, si è verificato un drammatico aumento nel numero di casi segnalati di morbillo (1.903 casi), polmonite (oltre 9.500 casi) e diarrea acuta causata dall'acqua non potabile (7.109 casi). Nel mese di ottobre, durante le pioggie, si prevede un aumento di questi casi, come anche della malaria.
I bambini in Somalia hanno affrontato crisi gravi già molto prima della carestia. Lo scorso anno, infatti, meno di un terzo dei bambini (tra 0 e 1 anno) è stato vaccinato contro le malattie prevenibili, oltre il 70% della popolazione non aveva accesso all'acqua potabile e solo 3 bambini su 10 in età scolare hanno frequentato la scuola.
Con l'escalation dell'emergenza nel 2011, l'UNICEF ha intensificato la sua azione in Somalia - dove è operativo dal 1972 - nei settori della nutrizione, della salute e dell'istruzione.
«Per essere sicuri di salvare la vita dei bambini, abbiamo bisogno di un serio investimento nel futuro della Somalia per fare in modo che una crisi come quella attuale non si ripeta mai più. Questo investimento deve iniziare dai bambini, che sono sempre i primi a soffrire durante i periodi di carestia e di crisi» ha concluso la Chorlton