Gli agricoltori italiani rischiano di perdere quasi un miliardo (872 milioni) di finanziamenti pubblici previsti dai piani di sviluppo rurale (Psr) delle Regioni se non verranno erogati entro la fine del'anno. E' la Coldiretti a lanciare l'allarme sugli effetti dell'eccessivo carico burocratico che frena gli investimenti necessari per uscire da una difficile situazione di crisi.
Il risultato - denuncia la Coldiretti - è che rischiano di rimane nel cassetto 871 milioni di euro dei quali 475 di origine comunitaria da restituire a Bruxelles ed i restanti costituiti da fondi nazionali e regionali destinati per lo sviluppo delle aree rurali attraverso misure per la competitività che vanno dall'ammodernamento delle aziende agricole all'agricoltura ecocompatibile, dall'ingresso dei giovani all'agriturismo fino alla valorizzazione della biodiversità.
Ad oggi - sottolinea la Coldiretti - è stato speso meno di un terzo (29 per cento) dell'insieme delle risorse rese disponibili per i piani di sviluppo rurale nel periodo 2007/2013, secondo i dati della "Rete Rurale Nazionale" aggiornati al 31 agosto 2011. Tra le Regioni in maggiore ritardo si segnalano Basilicata, Molise, Calabria, e Sicilia mentre al contrario confermano una buona capacità di spesa le Regioni Marche, Umbria, Valle D'Aosta, Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e le Provincie Autonome di Bolzano e Trento .
Ad essere sotto accusa per i ritardi è certamente - sostiene la Coldiretti - l'eccessivo carico burocratico richiesto alle imprese agricole al momento della presentazione delle istanze per accedere alle misure che poi si riverbera sulla pubblica amministrazione chiamata a valutare le domande ed i documenti allegati ed ad erogare le somme. Non meno importante - precisa la Coldiretti - è il sistema di gestione delle domande di accesso alle misure PSR, con procedure pubbliche in alcuni casi farraginose e complesse.
Occorre aumentare il numero dei bandi di accesso alle misure PSR da parte delle regioni, adottando il cosiddetto "Bando aperto" ossia la possibilità di presentare le domande in qualsiasi momento dell'anno da parte delle imprese agricole, evitando l'effetto concentrazione oltre a semplificare le procedure amministrative di gestione delle domande ed il carico burocratico per le imprese agricole. Ma in questa situazione è importante anche privilegiare gli investimenti che possono essere realizzati velocemente, recuperando così nell'avanzamento della spesa. Tra questi - continua la Coldiretti - è compresa l'aumento della dotazione della misura di accesso dei giovani in agricoltura che consente un certo automatismo nella spesa e tutti quegli investimenti aziendali che permettono di realizzare la filiera corta, come ad esempio gli investimenti per la vendita diretta dei prodotti agricoli o dei piccoli macchinari per la trasformazione in azienda dei prodotti agricoli. Con questi obiettivi è importante - conclude la Coldiretti - l'azione di coordinamento dell'attività delle Regioni promossa dal ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Saverio Romano.