Le 207 carceri italiane sono ormai arrivate ad ospitare 61.392 detenuti, vale a dire 18.433 in più rispetto alla capienza regolamentare che è di 42.959 posti. Il numero dei detenuti è in ascesa pressoché costante dal 1999 a oggi: da 51.814 che erano alla fine di sette anni fa, sono diventati 53.165 a fine 2000; 55.275 a fine 2001; 55.670 a fine 2002; 54.237 a fine 2003; 56.068 a fine 2004 e 59.523 a fine 2005.
Dopo la giornata di visite multiple, con la quale è ufficialmente ripartita l'attività dell'Osservatorio per quest'anno, si è tenuta una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati durante la quale è stato fatto il punto sulle innumerevoli violazioni al nuovo regolamento penitenziario del 2000: l'89,4% dei detenuti non ha la doccia in cella, il 69,31% è senza acqua calda, il 60% delle detenute non ha il bidet, il 12,8% vive in carceri dove nelle celle il bagno è vicino al letto e non in un vano separato, il 29,3% non può accendere le luci dall'interno della cella.
E' costituzionalmente sancito che la pena deve tendere alla rieducazione, ma si è riscontrato ancora una volta che i detenuti nelle carceri italiane trascorrono la maggior parte del tempo in celle dove lo spazio vitale è ridotto al minimo.
A Napoli Poggioreale, ad esempio, molti reparti sono estremamente fatiscenti, con cameroni di 4 per 9 metri nei quali vivono fino a 18 detenuti insieme, dividendosi l'unico tavolo e l'unico bagno. Vale a dire che ciascun detenuto può contare su 2 metri quadri a testa e trascorre in cella quasi l'intera giornata (22 ore).
Ad Agrigento le celle misurano 9 metri quadrati e nella sezione dei detenuti in attesa di giudizio arrivano a viverci più di tre persone che trascorrono 18 ore in cella e hanno il water accanto al letto.
La situazione di sovraffollamento, come è ovvio, si ripercuote anche sui numeri del personale: in media nelle carceri italiane è presente un educatore ogni 207 detenuti, uno psicologo ogni 148, un assistente sociale ogni 48. Numeri che rendono quasi inesistente la possibilità di percorsi individuali di reinserimento per i detenuti, come invece è previsto dalla legge.
I dati dell'Osservatorio parlano di circa 20 mila detenuti stranieri e di 16.135 tossicodipendenti, con una percentuale di sieropositivi che, alla fine del 2005, ha raggiunto il 2,6%. Le donne in carcere, sempre a fine 2005, erano 2.804 quelle in stato di gravidanza 38, i bambini sotto i tre anni in cella con le proprie madri 64.Circa un quinto dei detenuti, per l'esattezza 12.204, è in attesa di primo giudizio. Gli "appellanti" sono 6.682, i "ricorrenti" 2.776, i "definitivi" 36.676, mentre gli "internati" sono 1.185. Il 61% deve ancora scontare fino 3 anni, il 20% da 3 a 6 anni, il 14% da 6 a 20 anni, il 5% oltre 20 anni o l'ergastolo. La gran parte dei detenuti, ben il 61%, sta scontando una pena fino a tre anni, quindi molti di loro potrebbero beneficiare di un eventuale provvedimento di clemenza
.Si è riscontrata una volta di più la necessità di affrontare il problema carcere nell'ottica del ripensamento del sistema penale complessivo; per questo l'Associazione Antigone ha chiesto con urgenza l'abrogazione della legge conosciuta come 'ex Cirielli' sulla recidiva e della legge 'Pecorella' sulla legittima difesa, oltre che l'istituzione del garante nazionale per le persone private della libertà.
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