ROMA - L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha incontrato venerdì scorso a Lampedusa il Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno Sonia Viale. Durante il colloquio, oltre a esprimere apprezzamento per la visita, l'Alto Commissariato ha evidenziato gravi problemi irrisolti, già posti precedentemente all'attenzione delle autorità competenti.

L'UNHCR ha in particolare espresso le proprie preoccupazioni in merito al trattenimento prolungato e alle condizioni di accoglienza, nonché al clima di crescente tensione che si è creato nel centro di Contrada Imbriacola.   

Attualmente, oltre 700 migranti, fra i quali un centinaio di minori, sono trattenuti anche da oltre 20 giorni, senza che siano stati adottati provvedimenti formali riguardanti il loro status giuridico. A questi si aggiunge un gruppo di richiedenti asilo provenienti dalla Libia rimasti nel centro anche più a lungo. In queste circostanze, le condizioni di accoglienza si sono ulteriormente deteriorate e si sono verificati atti di autolesionismo e proteste sfociate anche in episodi di allontanamento dal centro di gruppi numerosi di migranti.  

L'Alto Commissariato ha sollecitato le autorità competenti a mettere in atto misure adeguate che prevedano il tempestivo trasferimento dei migranti verso strutture appropriate, affinché il centro di Lampedusa possa rimanere un luogo di transito dedicato al primo soccorso e all'attivazione delle procedure successive. 

"Il centro di Contrada Imbriacola è stato realizzato per fornire una prima accoglienza ai migranti e richiedenti asilo soccorsi in mare in attesa del loro rapido trasferimento verso appositi centri dislocati su tutto il territorio nazionale" ha sottolineato Laurens Jolles, Rappresentate dell'UNHCR per il Sud Europa. "Ed è anche il rispetto di questa natura originaria che ha contribuito a renderlo in passato un modello di accoglienza."

L'UNHCR esorta inoltre le autorità a trasferire con la massima urgenza i minori presenti a Lampedusa in strutture preposte alla loro accoglienza in altre parti del territorio nazionale al fine di garantire loro protezione e adeguata assistenza.

Dall'inizio della crisi in Nord Africa sono giunti a Lampedusa circa 26mila tunisini e quasi 28mila persone provenienti dalla Libia. Quest'importante flusso ha rappresentato una forte pressione per la comunità di Lampedusa che, nonostante le difficoltà, ha saputo ancora una volta far fronte alla situazione. In questo contesto l'UNHCR ha apprezzato il costante sforzo messo in atto dai corpi dello Stato al fine di salvare vite umane nel Mediterraneo, così come l'impegno logistico delle autorità nella gestione dell'accoglienza sul territorio nazionale.


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