Il miele contaminato da polline «prodotto a partire da OGM» non puo' essere messo in vendita in assenza di apposita autorizzazione. E' quanto afferma la Coldiretti nel riferire del pronunciamento della Corte di Giustizia Ue che ha accolto le conclusioni dell' Avvocato generale su una pronuncia relativa alla presenza di DNA geneticamente modificato nel miele richiesta dal Tribunale amministrativo della Baviera al quale si è rivolto un produttore tedesco di miele che ha rilevato nel proprio miele tracce di polline di mais OGM (varietà MON810) coltivato in un campo posto in prossimità.
Il miele in cui è riscontrabile la presenza di polline di mais MON 810, sia gli integratori alimentari a base di polline contenenti polline della medesima varietà di mais sono alimenti prodotti a partire da OGM e di conseguenza - sottolinea la Coldiretti - devono essere soggetti ad un'autorizzazione all'immissione in commercio "indipendentemente dal fatto che tale materiale sia stato incluso intenzionalmente o meno". Il polline non è un corpo estraneo né un'impurità rispetto al miele, bensì un suo normale componente, di modo che dev'essere effettivamente qualificato come «ingrediente».
In altre parole - sottolinea la Coldiretti - la coltivazione di un campo Ogm è in grado di determinare la contaminazione del miele attraverso il trasporto del polline da parte delle api rendendo necessaria in ogni caso una specifica autorizzazione per la messa in vendita, a "prescindere dalla proporzione di materiale geneticamente modificato contenuta nel prodotto di cui trattasi".
In Italia grazie all'azione della Coldiretti è vietato coltivare ogm e di conseguenza non è contaminato il miele prodotto sul territorio nazionale che è riconoscibile attraverso l'etichettatura di origine obbligatoria. Un discorso diverso vale per il miele importato in ingenti quantità In Italia da paesi comunitari ed extracomunitari in cui sono diffuse le coltivazioni ogm. La superficie ogm in Europa nel 2010 si è ridotta a 91.643 ettari dei quali 91.193 coltivati a mais. Su un totale di 27 paesi dell'Unione Europea - sottolinea la Coldiretti - solo in 6 è stato coltivato mais Ogm (Spagna, Romania, Slovacchia, Portogallo, Polonia, e Repubblica Ceca). Ma le coltivazioni Ogm sono presenti in molti Paesi extracomunitari dagli Stati uniti alla Cina.
L'Italia importa circa la metà del proprio fabbisogno con una produzione nazionale che per il 2011 è stimata sulle 13mila tonnellate per un valore al consumo di 60 milioni di euro grazie al lavoro di 75mila apicoltori con 1,1 milioni di alveari. Si stima tuttavia - conclude la Coldiretti - che il servizio di impollinazione fornito dalle api all'agricoltura valga 2,5 miliardi di euro.