Anche quest'anno non si comincerà a cacciare la terza domenica di settembre, ma già agli inizi del mese. I giorni di preapertura saranno l'1 e il 4 settembre. Sei Province su dieci li utilizzeranno entrambi, quattro apriranno un solo giorno.
Si tratta di un tipo di caccia dannosissimo, che il WWF da anni chiede che sia annullato e invece anno dopo anno le nostre Amministrazioni ripropongono per venire incontro ai desiderata del mondo venatorio.
La caccia ai primi di settembre è di gravissimo impatto per molti motivi:
- si apre la caccia in tarda estate, in un momento particolarmente delicato nel ciclo biologico di molte specie e quando molti giovani dell'anno non sono ancora maturi;
- si comincia a sparare quando sul nostro territorio sono presenti ancora molte specie protette migratrici, che possono così essere oggetto di sicuro disturbo e di possibile anche danno diretto;
- in particolare per gli anatidi, il mondo scientifico (e non solo le associazioni ambientaliste) chiede da anni il divieto della preapertura perchè non sono ancora giunti i contingenti migratori dal nord e quindi il prelievo si concentra sulle poche coppie nidificanti sul nostro territorio. Inoltre le femmine in buona parte non hanno ancora completato la muta delle penne e hanno difficoltà di volo.
Nonostante questo anche quest'anno si farà la preapertura. Anche per quanto riguarda gli anatidi, ben 6 Province su 10 apriranno la caccia anticipata anche su queste specie (germano reale, alzavola e marzaiola).
Si tratta dell'ennesima conferma di come la gestione della caccia viene fatta sulla base non dei dati scientifici ma sulla base delle richieste dei cacciatori. E il fatto che il provvedimento sia sistematicamente varato a 2 - 3 giorni dalle date della sua messa in atto la dice lunga sulla consapevolezza da parte di chi lo adotta di vizi di legittimità che le Associazioni potrebbero sostenere di fronte ad un TAR se vi fossero i tempi tecnici per effettuare un ricorso.
L'anno scorso, con la Legge Comunitaria varata dal Parlamento, si è fatto ancora più esplicito l'obbligo per le Regioni di commisurare i propri calendari venatori a quanto indicato dalle Direttive Comunitarie e a quelle che sono le situazioni e le esigenze delle popolazioni animali.
In Toscana però nulla è cambiato l'anno scorso e nulla cambierà quest'anno, a partire dal pessimo inizio con la preapertura. Quando i nostri politici si renderanno conto che la fauna selvatica è un bene da salvaguardare per oggi e per domani, ed è un patrimonio di tutti e non solo di una minoranza, i cacciatori, della popolazione toscana?