Il terremoto del gennaio 2010 ha devastato la città. Un anno e mezzo dopo, le cicatrici del terremoto sono ovunque. Camminando per Carrefour, ogni strada sembra raccontare la stessa storia di distruzione: per ogni casa rimasta in piedi, ve ne sono tantissime completamente crollate o danneggiate in modo irreparabile.

"Quando abbiamo iniziato a lavorare qui, le strade erano quasi impraticabili a causa delle macerie", racconta Magdala Jean-Pierre, direttrice del Mouvman Famn Aktif Kafou (MOFKA), un'associazione di donne, fondata a Carrefour. "Il nostro obiettivo è incoraggiare l'integrazione sociale. Ci occupiamo di donne e bambini che sono state vittime di violenze", continua Magdala Jean-Pierre. "Inoltre, offriamo anche corsi di formazione, poiché non è possibile aiutare le donne a diventare cittadini a tutti gli effetti se non sanno leggere o scrivere".

Subito dopo il terremoto, Magdala Jean-Pierre aveva già le idee chiare su cosa bisognava fare per aiutare le donne nella sua comunità a riconquistare una vita normale. Negli ultimi dieci mesi, ha gestito un grande progetto per la rimozione delle macerie finanziato dal WFP e sostenuto dalle autorità locali.

"Vogliamo ripulire Carrefour dalle macerie, in modo che le famiglie possano ritornare alle proprie case e iniziare a ricostruire le proprie vite", dice la donna. Finché ci saranno case distrutte e strade piene di macerie, continueranno ad esserci persone che abitano nei campi e non ci sarà alcuna reale ricostruzione . Questo è ciò che Magdala ripete a chiunque incontra, ciò in cui crede fermamente.

Sono tanti i progetti che vengono realizzati nella zona colpita dal terremoto, ma quello di Magdala è speciale: quattro persone su cinque, che maneggiano pale e spingono carriole, sono donne. E non basta. Chi lavora qui, ci vive anche. Una mattina, una donna che lavora in questo progetto ci ha portato dove una volta c'era la sua casa e dove ora, tra le macerie, è riuscita a ricostruire un piccolo rifugio temporaneo, di una stanza, per la sua famiglia. In alcuni casi infatti, i lavoratori hanno ripulito dalle macerie le proprie case.

"Questo è il mio primo lavoro da quando c'è stato il terremoto", dice un'altra donna che prima faceva la sarta. Il terremoto ha distrutto la sua casa e tutti i suoi macchinari per cucire: in meno di un minuto si è ritrovata senza casa e senza lavoro. Ora, grazie a quest'attività con l'associazione MOFKA, la donna è in grado di acquistare cibo per la sua famiglia e spera di risparmiare abbastanza per poter ricominciare a cucire. Ogni giorno, guadagna duecento gourde (circa cinque dollari), l'equivalente della soglia di stipendio minimo autorizzato dal governo.

I lavori a Carrefour sono iniziati ad ottobre 2010. Da allora, più di mille persone hanno lavorato sei giorni alla settimana in oltre 40 zone della città. E il loro lavoro è stato ripagato. In alcune zone, ripulite dalle macerie, si cominciano a vedere nuove case."Chi avrebbe pensato che saremmo riuscite a portare avanti questo progetto per dieci mesi. Abbiamo rimosso moltissime macerie, ma c'è ancora tanto da fare", conclude Magdala.

Partner della formazione

ConfiniOnline fa rete! Attraverso la collaborazione con numerosi enti profit e non profit siamo in grado di rivolgere servizi di qualità a costi sostenibili, garantendo ampia visibilità a chi supporta le nostre attività. Vuoi entrare anche tu a far parte del gruppo?

Richiedi informazioni