Lodwar - Non so se esiste per davvero il "mal d'Africa". Questa terra però sprigiona una forza e un'energia che ti prendono completamente, a 360 gradi, così tanto da sentirsi inebriati, alla ricerca di vedere e conoscere il più possibile. Qui vicino all'Equatore, i colori e i paesaggi sono incredibilmente diversi: le nuvole e le stelle sembrano sfiorare le nostre teste e a guardarle si pensa subito a una scenografia. Non può essere vero, così maestoso, così bello, così semplice. La colonnina di mercurio raggiunge numeri da capogiro, ben oltre i 40 gradi, ma qui l'umidità praticamente non c'è. La parte impressionante è quando si sta sotto il sole: in quel caso, sulla pelle, si comprende bene l'intensità del caldo. E poi, qui nel Turkana, distretto all'estremo nord ovest del Kenya, al confine con Sud Sudan ed Etiopia, non esistono infrastrutture e la zona è classificata come "arida e semi arida". Percentuali di malnutrizione grave molto elevate (quasi il 40%), tasso di mortalità infantile più alto dell'Africa Subsahariana (115 per ogni 1000 bambini nati), non piove da più di 16 mesi e intere comunità di pastori nomadi, circa 60mila persone, sono in continuo movimento alla ricerca di acqua e cibo.
La fotografia da descrivere è composta da una mancanza totale di strade, piste appena segnate per centinaia di chilometri, nessun collegamento con il mondo esterno e di tanto in tanto donne che camminano portando qualche recipiente pieno d'acqua. Villaggi costruiti e poi di nuovo spostati nel giro di qualche giorno, da comunità di persone che vestono vestiti sgargianti e sono sempre pronti a sorridere al passaggio dei mezzi di Croce Rossa.
Qui a Lodwar, va avanti il lavoro del gruppo della CRI, con riunioni e incontri con i team della Croce Rossa Keniota che verranno integrati da volontari e operatori italiani. Sabato è stata la giornata utilizzata per iniziare a vedere il territorio e i villaggi fino al lago Turkana, perla verde smeraldo che lambisce una delle aree più depresse a causa della carestia di tutto il Corno d'Africa. Purtroppo il lago è salato e non può venire in aiuto alla popolazione locale.
Qui non c'è guerra, ci sono nemici invisibili, ma molto pericolosi: fame e mancanza di strutture sanitarie. Finita la parte di preparazione logistica, si andrà sul terreno: c'è veramente molto da fare.