Sono le stime del ministro Maroni annunciate al Meeting di Rimini, nel corso del dibattito sul tema ?Mare Nostrum'. Sul fenomeno migratorio: «Da parte dell'Unione Europea un difetto di analisi, ma soprattutto un difetto di azione»In questi ultimi mesi sono arrivati in Italia 57.000 profughi: 13.000 sono stati già rimpatriati e si prevede di arrivare a quota 30.000 entro l'anno. Lo ha riferito il ministro dell'Interno Roberto Maroni, intervenuto al Meeting di Rimini al dibattito sul tema 'Mare Nostrum'. La valutazione delle richieste di asilo, ha spiegato, «viene effettuata con un rigore non persecutorio, così da garantire a chi ha il diritto di restare in Italia di farlo, e a chi invece non ce l'ha, di essere rispedito a casa propria». Un rigore che, secondo Maroni, funziona «come deterrente rispetto a chi non ha il diritto di chiedere asilo». Analizzando il fenomeno migratorio proveniente dalle coste del Nord Africa verso il nostro paese, Maroni ha riferito che si tratta di «un fenomeno complesso» che appena l'anno scorso sembrava vantare risultati straordinari con una riduzione statistica del 90%. Poi, ha osservato Maroni, «con la Primavera Araba è cambiato il mondo». «Per me adesso - ha proseguito - c'è una drammatica emergenza umanitaria. Questa gente vede l'Ue attraverso l'Italia come il paradiso dove tutto è permesso e dove arrivare. E così si è creato il fenomeno immigratorio massiccio che ha portato gli sbarchi a Lampedusa». Nonostante la complessità della situazione, l'Italia ha messo a punto un modello basato su tre linee guida: l'accoglienza, la sicurezza e le relazioni internazionali. «Il nostro modello di accoglienza - ha spiegato Maroni - è una best practice in Europa» e Lampedusa, pur essendo una piccola realtà locale, ha fronteggiato gli sbarchi. Ma, ha sottolineato il ministro, l'Europa deve capire che non può essere soltanto l'Italia a farsi carico del fenomeno e che «Lampedusa sono tutti i ventisette paesi». Il ministro dell'Interno ha poi evidenziato il ruolo della politica estera: «Gli accordi con gli Stati - ha detto - sono fondamentali per fermare il vergognoso traffico di esseri umani e quello della droga che sono gestiti dalle stesse organizzazioni criminali». Su questo, secondo il ministro Maroni, «c'è stato da parte dell'Unione Europea un difetto di analisi, ma soprattutto un difetto di azione» poiché l'immigrazione clandestina è solo uno degli aspetti, «in realtà - ha proseguito Maroni - è un fenomeno sociale quello che sta avvenendo nei paesi del Maghreb, è una rivoluzione, una rivolta i cui esiti io non sono in grado di prevedere». Per questo, l'Europa deve muoversi «non solo attraverso la Nato e le bombe, ma per garantire a quei paesi uno sviluppo strutturale che li porti ad essere autonomi e non ostili all'Occidente». «Quest'anno il mondo è cambiato, - ha osservato ancora Maroni - tutto è cambiato dal 14 gennaio quando è cominciata la cosiddetta 'primavera araba'. Primavera anche se è cominciata di inverno. Forse il riferimento era per la primavera di Praga, speriamo che abbia lo stesso sviluppo in termini di democrazia».