In Etiopia l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha dispiegato un team di operatori d'emergenza nell'area di Gode, circa 250 chilometri a nord dei campi per rifugiati dell'area di Dollo Ado. In coordinamento con le autorità etiopiche, con le agenzie dell'ONU e le organizzazioni non governative, l'UNHCR è impegnato nel tentativo di rispondere a un nuovo flusso di rifugiati provenienti dalla Somalia, composto - secondo le stime - da 18.000 persone. Del team dell'Agenzia fanno parte esperti nei settori salute, nutrizione, protezione, coordinamento delle operazioni sul terreno e registrazione. Hanno il compito di registrare e acquisire dati sul profilo dei rifugiati, identificare le loro necessità e fornire assistenza. L'UNHCR parteciperà anche alle operazioni di trasferimento dei rifugiati che vorranno spostarsi negli esistenti campi del complesso di Dollo Ado.
Per far fronte alle necessità di questo gruppo di rifugiati, dai depositi dell'Agenzia a Dubai saranno prelevati e trasportati in aereo aiuti per 20.000 persone. Beni di prima necessità come coperte, teli di plastica, taniche per l'acqua, kit di utensili per cucina, materassi, secchi e zanzariere sono attesi per la fine di questa settimana ad Addis Abeba, da dove saranno poi immediatamente inviati a Gode. Nell'area saranno inviate al più presto anche circa 3.000 tende, acquisite localmente.
La priorità - per l'UNHCR - resta quella di salvare vite in questa popolazione così gravemente indebolita. Garantire che i nuovi arrivati ricevano cibo, acqua e cure mediche è un aspetto cruciale dell'operazione. Già diverse organizzazioni non governative attive nell'area effettuano interventi parziali nei settori della salute, della nutrizione e della fornitura d'acqua. L'UNHCR fornirà sostegno aggiuntivo laddove necessario.
Continua a destare la preoccupazione dell'Agenzia il tasso di mortalità - che non cessa di attestarsi su livelli elevati - nel campo di Kobe, nel sud-est dell'Etiopia, dove vivono 25.000 persone. La principale causa di morte è il sospetto morbillo. L'alta diffusione di malnutrizione acuta - combinata con la scarsa igiene - non fa che aggravare il problema.
La scorsa settimana è stata effettuata una campagna di immunizzazione di massa che ha coinvolto bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 mesi e i 15 anni. Perché il vaccino risulti efficace - e quindi perché i tassi di mortalità scendano - occorreranno 10-14 giorni. In collaborazione con l'UNICEF, l'UNHCR ha appena completato una seconda campagna contro il morbillo nel campo di Melkadida. Contemporaneamente sono stati svolti una vaccinazione contro la poliomielite e lo screening sulla malnutrizione per i bambini. Sono stati poi decentralizzati i servizi sulla nutrizione e potenziate le attività al livello comunitario e di ricerca attiva dei casi sospetti.
Somalia
Prosegue a Mogadiscio e nel sud della Somalia la distribuzione dei kit di aiuti d'emergenza (Emergency Assistance Packages, EAP), che includono materiali per gli alloggi e altri aiuti. Nonostante queste consegne, negli accampamenti di fortuna nelle regioni centrali e meridionali della Somalia - che ospitano molti dei circa 1,4 milioni di sfollati del paese - le necessità restano elevate. Oltre all'alloggio c'è bisogno di cibo, acqua potabile e assistenza medica.
Secondo quanto gli sfollati somali riferiscono agli operatori dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) le attuali condizioni meteorologiche - caldo torrido, vento teso e forti piogge intermittenti - sono difficili da sopportare, nonostante i teloni di plastica che hanno ricevuto per allestire alloggi. Per far fronte alle necessità esistenti, ulteriori 20.000 EAP prelevati dal deposito di Dubai saranno a breve caricati su una nave che salperà il prossimo 25 agosto per arrivare a Mogadiscio il 10 settembre, consentendo così la distribuzione degli aiuti nel sud della Somalia. Nei soli mesi di giugno e luglio, le distribuzioni di aiuti dell'UNHCR all'interno della Somalia sono triplicate, arrivando a raggiungere oltre 180.000 persone.
Kenya
In Kenya proseguono le operazioni dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) per il trasferimento di rifugiati dai dintorni dei tre campi che compongono il complesso di Dadaab - Ifo, Dagahaley e Hagadera. I rifugiati vengono trasportati in autobus nei nuovi siti. Fino a ieri erano oltre 18.000 i rifugiati trasferiti nel settore Ifo3 di Ifo Extension. È in corso anche il trasferimento verso il settore Ifo2 - avviato il 18 agosto. Finora 3.800 rifugiati sono stati dislocati in questo sito.
Venerdì 19 agosto sono poi cominciate le operazioni di trasferimento dai margini del campo di Hagadera verso il sito di Kambioos. A ieri erano oltre 1.100 i rifugiati trasferiti in questo sito, che può ospitare fino a 120.000 persone. I tre campi per rifugiati dell'area di Dadaab attualmente accolgono circa 440.000 rifugiati. In media ogni giorno si registra l'arrivo di 1.200 rifugiati dalla Somalia.
Nell'ambito del sostegno internazionale all'emergenza umanitaria nel Corno d'Africa, anche il Governo italiano ha contribuito con un volo coordinato dalla Direzione Generale alla Cooperazione arrivato a Nairobi il 18 agosto scorso. Il volo ha trasportato 30 tonnellate di aiuti umanitari di prima necessità destinati al complesso di campi per rifugiati di Dadaab.