Al via ai progetti di emergenza finanziati dalla Cooperazione italiana allo sviluppo e realizzati dalle ong italiane Gvc, Coopi, Acap e Soleterre in Guatemala. Giovedì a Città del Guatemala vi sarà l'inaugurazione delle iniziative nell'ambito dell'ampio programma di emergenza della Dgcs "Rischio ambientale e nutrizionale Ran".

In particolare i progetti che saranno presentati saranno: "Riduzione della vulnerabilità e sviluppo delle capacità di risposta di emergenza" a La Limonada, zona 5 e 1 a Città del Guatemala delle organizzazioni Gcv e Coopi. Città del Guatemala è stata colpita frequentemente da eventi naturali come le violenti piogge dello scorso anno e l'eruzione del vulcano Pacaya che hanno sottolineato le vulnerabilità ambientali e sociali degli insediamenti nella capitale.

Per questo motivo, il progetto prevede di intervenire nelle zone 1 e 5 del Comune, con l'intenzione di ridurre la vulnerabilità socio-ambientale e migliorare la capacità della comunità di rispondere a queste difficoltà. Il secondo progetto, messo a punto dall'Acap di Sant'Egidio, punta a "rafforzare la capacità di risposta alle emergenze attraverso la formazione di 10 Ecored locali (Squadre di risposta ai disastri) e la promozione del processo di formazione sostenibile per i giovani volontari nella gestione del rischio ambientale".

Il progetto è un utile supporto alla ricostruzione dopo i danni causati dalla stagione delle piogge del 2010 e, in particolare quelli causati dal tifone Agata, nei dipartimenti di Solola, Sacatepequez, Chimaltenango e Guatemala. Infine l'iniziative di Soleterre che si occupa della "Gestione del Rischio Urbano con approccio di Genere ed Infanzia e Adolescenza nella Zona 7 e Zona 3 di Città del Guatemala".

Progetto che ha come obiettivo quello di contribuire a migliorare le condizioni di vita dei settori più poveri di Città del Guatemala, rafforzando le capacità locali di prevenzione, risposta e mitigazione del rischio urbano di disastri, nel contesto della rapida crescita urbana della città rafforzando la partecipazione comunitaria, in un'ottica di gestione comunitaria del rischio, anche attraverso il protagonismo dei giovani e delle donne.

Il Programma di emergenza "Rischio ambientale e nutrizionale Ran", finanziato dalla Dgcs e messo in atto da diverse ong italiane, dispone di una dotazione finanziaria di 2.800.000 dollari e si propone di ridurre l'esposizione al rischio nutrizionale e ambientale delle fasce vulnerabili della popolazione (in primis donne e bambini) maggiormente affette da alti indici di denutrizione e colpite dalle devastazioni provocate dalla scorsa stagione delle piogge.

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