GINEVRA - È atterrato oggi nella capitale somala Mogadiscio, il primo dei tre voli del ponte aereo d'emergenza dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). Si tratta del primo ponte aereo effettuato a Mogadiscio dall'UNHCR Somalia da cinque anni a questa parte.
A bordo del cargo Ilyushin IL-62 noleggiato dall'Agenzia, vi erano oltre 31 tonnellate di materiali per allestire alloggi e altri aiuti prelevati dalle scorte d'emergenza dell'UNHCR stoccate nei depositi di Dubai. Tra gli aiuti trasportati anche 2.500 kit di assistenza d'emergenza (Emergency Assistance Packages, EAP) che comprendono teli di plastica per alloggi, materassi, coperte, taniche per l'acqua, oltre a utensili per conservare il cibo e cucinare. Il secondo volo è in programma per giovedì 11, il terzo per la prossima settimana.
Finora l'UNHCR aveva inviato aiuti a Mogadiscio via mare e via terra. Tuttavia l'aumento senza precedenti del numero di civili costretti ad abbandonare le proprie aree d'origine a causa della carestia, ha indotto l'Agenzia ad organizzare un ponte aereo per velocizzare le operazioni. Secondo le stime a disposizione, sono circa 100.000 i somali in fuga dalla siccità e dalla carestia che nei soli ultimi due mesi si sono riversati nella capitale in cerca di cibo, acqua, alloggio e altra assistenza. Prima di quest'ultima ondata gli sfollati in città erano già oltre 370.000.
"Grazie a questo ponte aereo - ha affermato il Rappresentante dell'UNHCR in Somalia, Bruno Geddo - possiamo continuare ad assistere le persone sfollate a causa della siccità e della carestia. Ma abbiamo bisogno di sostegno finanziario per rifornire le scorte d'emergenza all'interno della Somalia, scorte che si stanno rapidamente esaurendo con la consegna di aiuti nelle regioni del sud".
Per poter svolgere fino alla fine dell'anno le proprie attività di protezione e assistenza d'emergenza in favore delle vittime della crisi di rifugiati nel Corno d'Africa, l'UNHCR ha richiesto ai donatori 145 milioni di dollari. Finora l'Agenzia ha ricevuto contributi o stanziamenti per 65 milioni di dollari. Con tale cifra è possibile coprire meno del 45% delle necessità individuate per la Somalia, il Kenya, l'Etiopia e Gibuti.
L'UNHCR esorta pertanto i paesi donatori, il settore privato e i privati cittadini ad agire con urgenza, in modo da contribuire a colmare il gap nei finanziamenti. Se non verranno rapidamente impegnati nuovi fondi, la scarsità di finanziamenti a disposizione non potrà che avere un impatto negativo sull'assistenza umanitaria d'emergenza a decine di migliaia di rifugiati e sfollati somali.