Aumentano nei Paesi del Corno d'Africa, in particolare in Somalia, colpiti dalla gravissima siccità, le persone che si allontano dalle loro terre per cercare riparo in campi profughi oltre confine. Con il peggiorare della situazione l'Italia accelera sugli aiuti umanitari e interviene nell'emergenza.
A poche settimane dallo stanziamento di 2 milioni di euro, entra infatti nel vivo il Programma di emergenza per gli sfollati del Basso Scebeli e delle regioni centrali del Galgadud e Mudug che hanno trovato rifugio nei campi di Algoi, a Mogadiscio. A riferirilo l'Unita' tecnica di Nairobi che coordina il piano di assistenza in collaborazione con 5 Ong, Cosv, Cefa, Cesvi, Cospe e Grt.
Si calcola che i beneficiari diretti, per tutto il 2011, saranno 217 mila e che, in forma indiretta, saranno piu' di un milione le persone aiutate. Il programma prevede forme di sostentamento molto articolate. Il fondo italiano finanzia approvvigionamenti idrici e alimentari, piani di protezione per i minori e ledonne e progetti di riqualificazione agricola. Fonti della Cooperazione italiana descrivono la situazione di Mogadiscio con accenti molto preoccupati.
"La ricerca di cibo sta provocando un enorme spostamento di popolazione, con lamigrazione di pastori e di contadini poveri verso la capitale. Nelle ultime settimane - proseguono le stesse fonti - il numero di quelli che hanno raggiunto Mogadiscio e' aumentato di 100 mila unita'e si tratta di persone che arrivano a destinazionein condizioni fisiche estreme".
L'Italia e' impegnata in Somalia in diverse iniziative umanitarie. La piu' importante, appena conclusa in collaborazione con altri Paesi occidentali, ha riguardato, con un finanziamento di 500 mila euro, la ricostruzione di infrastrutture (scuole, ospedali e mercati) distrutte durante la guerra civile . "Questa iniziativa multilaterale - sottolineano dalla Coooperazione - ha dato lavoro a 50 mila somali".