PALERMO - Dal primo settembre partirà il servizio di assistenza per i malati di Alzheimer che verranno inseriti all'interno del Cea (Centro Educativo Alzheimer) di Palermo, finanziato dalla legge 328 per la durata di 20 mesi. Una partenza che avverrà in sordina, lontano da quelle che erano le aspettative soprattutto dei familiari e piena di polemiche per gli evidenti ritardi.
Dunque, dopo due annidi alterne vicende, non sempre molto chiare, finalmente si riuscirà a garantire un'assistenza, anche se minima e solo per alcune ore della mattina nei confronti di chi avrà bisogno. Restano tante le criticità, relative al tipo di assistenza che gli operatori dovranno garantire così come previsto nel bando: la turnazione dei pazienti è considerata irrealizzabile dai familiari, il numero degli operatori è troppo basso e la competenza nei confronti del servizio resta discutibile. Gli operatori previsti dal bando sono soltanto 4 per un'alternarsi di 50 pazienti divisi per gruppi di 25.

Inoltre lo scorso novembre 2009 il distretto socio-sanitario 42 aveva già erogato la somma di 322 mila euro per potenziare il Cea. I familiari si chiedono perché, se i fondi erano già disponibili, tutto è andato così a rilento e soprattutto perché il centro non si rende attivo per il mese di agosto: un mese estivo molto faticoso per i familiari che assistono i loro malati. "Se l'Asp o chi per essa ha realmente l'interesse di venire incontro ai malati di Alzheimer ci chiediamo perché queste somme non siano state investite prima - dicono i familiari riuniti in un comitato -. Inoltre stiamo parlando di un centro che si deve mettere nelle condizioni reali di diventare perfettamente funzionante".
Partirà un servizio, infatti, ma non a pieno regime: un servizio con una turnazione ed una organizzazione che ancora non è molto chiara. La gestione del servizio è stata assegnata all'associazione Asda, una realtà specializzata nell'assistenza degli anziani.

I malati che dovrebbero usufruire dell'assistenza al Cea saranno scelti tra quelli visitati dalle Unità di Valutazione Alzheimer. Di queste, soltanto tre sono quelle che a Palermo sono state abilitate a farlo. Nessuno sa dopo la valutazione da parte delle Uva come avverrà l'inserimento effettivo all'interno del centro diurno. Solo dopo la valutazione del medico si stabilisce quale paziente dovrà recarsi al centro per due ore, chi per tre e così via. Ci si chiede quali saranno i familiari che potranno portare il loro parente solo per pochissime ore al giorno diversamente da prima in cui si garantiva l'assistenza per tutta la mattina fino al pranzo. "Quello che mi dispiace molto è proprio non riuscire ad accontentare le famiglie. Riceviamo, infatti, assiduamente le richieste dei familiari a cui non siamo in grado, da tempo, di dare risposte concrete - spiega Gaetano Lisciandra, presidente dell'associazione del Cea -. Dopo anni di sacrifici ci ritroveremo adesso a collaborare con l'Asda che non coinvolgerà il personale di prima altamente formato che finora aveva operato che purtroppo rimarrà senza occupazione".

Nella prospettiva che l'assessorato alla sanità, mediante decreto, dia attuazione ai 18 centri diurni per i malati di Alzheimer in Sicilia di cui uno a Palermo, 127 familiari, hanno firmato una sottoscrizione per chiedere all'assessore alla sanità Massimo Russo e al direttore generale dell'Asp 6 Salvatore Cirignotta di attivare pienamente il centro tenendo conto di tutte le sue potenzialità. "Da 11 anni è funzionate il centro diurno Alzheimer. Piuttosto che individuare altri luoghi, con relative spese e allungare i tempi - scrivono -, non si potrebbe rendere funzionante al meglio questo centro? In considerazione del fatto che, come afferma il prof.Orso Bugiani, il Cea è fra i centri maggiori d'Italia, perché cercare altri siti per realizzare altri centri, con enorme spreco di risorse economiche e perdita di tempo?". (set)

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