Illegittime le leggi delle Marche, dell'Abruzzo e del Veneto
Dopo le proteste seguite all'inserimento nel cosiddetto "Decreto sviluppo" del riconoscimento del diritto di superficie ventennale sulle spiagge in favore degli stabilimenti balneari, il governo ha stralciato tale diritto per inserirlo nella Legge comunitaria e farne oggetto di una legge quadro con i limiti minimi e massimi di durata delle concessioni entro i quali le Regioni avrebbero dovuto fissare il termine.
Con la sentenza del 18 luglio n.213 la Corte costituzionale ha però stabilito che le concessioni non possono essere prorogate o, di conseguenza, automaticamente trasformate in diritto di superficie ventennale.
La Corte costituzionale ha infatti dichiarato l'incostituzionalità di tre leggi regionali nella parte in cui si attribuiva al titolare della concessione demaniale sulle spiagge la possibilità di ottenerne la proroga.
Le regioni interessate sono le Marche e l'Abruzzo, che prevedevano una durata massima ventennale della proroga, ed il Veneto che prevedeva una proroga compresa tra due e quattro anni.
La Corte costituzionale ha dichiarato che le norme delle tre regioni violano l'art. 117, primo comma, Cost., per contrasto con i vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario in tema di diritto di stabilimento e di tutela della concorrenza. Ciò in quanto il diritto di proroga in favore del soggetto già possessore della concessione determina una disparità di trattamento tra gli operatori economici, dal momento che coloro che in precedenza non gestivano il demanio marittimo non hanno la possibilità, alla scadenza della concessione, di prendere il posto del vecchio gestore.
Italia Nostra aveva già contrastato il "Decreto sviluppo" e chiesto l'intervento del Presidente della Repubblica e dei Presidente del Senato e della Camera per scongiurare la svendita e la cementificazione delle spiagge, ritenendo che la naturale precarietà delle spiagge non potesse che determinare l'inevitabile precarietà delle concessioni e aggiungendo che già nel 2008 l'Unione Europea aveva contestato al nostro paese la contrarietà al diritto comunitario del rinnovo automatico.
Italia Nostra prende atto con soddisfazione del riconoscimento della fondatezza delle proprie ragioni da parte della Corte costituzionale e chiede che la proroga o il diritto di superficie sulle spiagge sia stralciato anche dalla Legge comunitaria e che le leggi regionali si adeguino quanto prima alla sentenza.
Italia Nostra si adopererà affinché le spiagge italiane rimangano beni demaniali accessibili a tutti.
Alessandra Mottola Molfino
(Presidente di Italia Nostra onlus