"E' giunto finalmente il momento di un cambio di passo. E' tempo che sia apra nella politica uno scenario nuovo.  La situazione nel Paese è diventata insostenibile. Noi non intendiamo rassegnarci rassegniamo al declino dell'Italia. E' possibile aggregare le forze sociali del Paese per esprimere un progetto di cambiamento".

Con queste parole il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, ha commentato il "Manifesto per la Buona politica e per il Bene comune", presentato ieri mattina in conferenza stampa a Roma dal Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel Mondo del Lavoro. Di cui fanno parte le Acli con Cisl, Mcl, Confartigianato, Confcooperative, Coldiretti e Compagnia delle Opere.

L'intento delle sette grandi organizzazioni è quello di aprire la strada ad una "grande, generosa, generale mobilitazione delle energie civili, sociali, imprenditoriali degli italiani, che metta in moto le forze positive che si esprimono nella società a servizio del bene comune". Rispondendo in questo modo all'appello del Papa e dei Vescovi per un "impegno fecondo dei cattolici rivolto al rinnovamento morale e civile della politica nazionale". Obiettivo finale: "impostare un'agenda politica che affronti, con forza, costanza e visione di lungo periodo le questioni decisive".

"Nessuna sfida è possibile senza coesione sociale, responsabilità e senso del dovere" si legge nel documento, che chiede una "nuova stagione di riforme istituzionali ed economico-sociali" che accompagni la riduzione del debito pubblico. Diffondendo "produttività, competitività ed efficienza". "Riducendo i costi della politica, contrastando le rendite di posizione, l'evasione e l'elusione fiscale, le forme parassitarie e assistenziali che ancora caratterizzano molti ambiti delle amministrazioni pubbliche".

Le organizzazioni del Forum chiedono "politiche che mettano al centro il ruolo delle famiglie nella crescita dei figli, nell'accesso ai servizi di cura e di conciliazione con il lavoro". Propongono di migliorare il sistema di istruzione "valorizzando la pluralità delle offerte formative" e rimuovendo gli "ostacoli che separano la formazione dal lavoro". Avanzano l'esigenza di costruire un "ambiente favorevole alle imprese" attraverso "regole poche e certe", una fiscalità "sostenibile", relazioni sociali e sindacali improntate alla "cooperazione". I fabbisogni di flessibilità vanno riconosciuti "assicurando tutele e remunerazione adeguate".

Per realizzare questi obiettivi è necessario "rinnovare le classi dirigenti" del Paese, fuoriuscendo in particolare dalla loro "riproduzione oligarchica", alimentata da "leggi che impediscono agli elettori di esprimere le proprie preferenze, valutando la credibilità e le competenze dei candidati". Questo obiettivo può essere colto - si legge nel Manifesto - con "l'adozione di una legge su base proporzionale, garantendo la rappresentanza parlamentare ai partiti politici che abbiano ricevuto un adeguato consenso e vincoli di coalizione che favoriscano la stabilità dei Governi".

Il messaggio dei promotori del Forum è che "L'Italia ce la può fare". "Siamo un Paese dotato di grandi risorse": famiglie, comunità, imprese, rappresentanze sociali, associazioni e volontari. Il contributo dei cattolici può essere ancora una volta "trainante".  Valori e contenuti che ispirano questo Manifesto possono "costruire un punto di riferimento per l'intera comunità nazionale".

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