Save the Children indica un'agenda per i primi 180 giorni del nuovo Garante Nazionale dell'Infanzia. Quasi 650.000 i minori in povertà assoluta in Italia
Ci sono voluti 4.153 giorni dalla prima proposta del 22 luglio 1999 per giungere finalmente all'approvazione in via definitiva della legge S.2631 che istituisce in Italia il Garante Nazionale dell'Infanzia.
Si tratta di un risultato positivo ma è fondamentale ora vigilare sulla sua attivazione, niente affatto scontata, come dimostra l'esperienza fin qui fatta a livello regionale. Basti pensare che in due grandi regioni come Lombardia e Toscana, infatti, dopo il varo delle rispettive leggi regionali non si è ancora provveduto, dopo 2 anni e 1 anno rispettivamente, alla nomina del Garante, mentre in Emilia Romagna l'incarico è attualmente svolto dal difensore civico che non ha ricevuto delega formale.
E' inoltre necessario che la nuova autorità nazionale al suo insediamento non deluda le tante aspettative che si sono create e sia in grado di affrontare subito almeno alcune tra le princiali emergenze dell'infanzia: lotta alla povertà, dispersione scolastica, disparità geografica crescente nelle opportunità e nel rispetto dei diritti dei minori, nuovi media, immigrazione e sfruttamento.
Per questi motivi Save the Children ha ritenuto utile provare a costruire una "agenda" da condividire e arrichire nel corso del seminario organizzato oggi a Roma su "I primi 180 giorni per il nuovo Garante dell'infanzia. Quali priorità alla luce delle misure generali di attuazione della CRC", che possa poi essere consegnata al Garante stesso in occasione del suo insediamento.
Tre, secondo Save the Children, i pilastri per l'azione immediata del Garante:
- Attivare una rete in difesa dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza con istituzioni e organizzazioni della società civile avviando anche forme di partecipazione diretta dei minori
- Prendere contatto con la realtà dell'emergenza infanzia toccando con mano sul posto le situazioni più critiche in Italia
- Aprire i primi dossier sulle riforme più urgenti.
"L'istituzione del Garante Nazionale per l'infanzia e l'adolescenza può e deve essere uno strumento fondamentale di tutela dell'infanzia e di miglioramento della condizione di tanti minori che vivono in Italia", commenta Raffaela Milano, Responsabile dei Programmi Italia-Europa di Save the Children. "Pensiamo sia necessario partire prima di tutto dalla realtà concreta che si nasconde dietro ai dati ufficiali sulle condizioni di forte disagio, vulnerabilità e mancanza di opportunità che permangono per un numero significativo di bambini e adolescenti in Italia. Per questo Save the Children propone al Garante un viaggio nell'emergenza infanzia per entrare in contatto diretto con i volti e le storie più rappresentative".
Partendo da Lampedusa, si possono incontrare alcuni tra i più di 1800 minori migranti non accompagnati transitati negli ultimi mesi sull'isola, dove hanno vissuto fasi di caos e sovraffollamento e dove si sono perse le tracce di alcuni di loro in assenza di identificazione o altri sono rimasti troppo a lungo in condizioni di vita assolutamente inaccettabili.
Il viaggio prosegue in Sicilia, nel quartiere Zisa di Palermo, per visitare un'area da recuperare, i cantieri culturali - ex Officine Ducrot: 19 padiglioni e una sala cinema da 500 posti ristrutturati anni fa con ingenti investimenti che sarebbero dovuti diventare un punto di riferimento culturale e artistico per i giovani palermitani, e versano oggi in condizioni di degrado e di incuria. Tanti spazi simili in altre città d'Italia, soprattutto nelle periferie, potrebbero essere utilizzati e messi a disposizione dei bambini e dei ragazzi, per garantire loro il diritto al gioco, al movimento, alla socialità, all'espressione artistica e culturale.
Visitando Reggio Calabria invece ci si potrà rendere conto degli effetti negativi permanenti della spesa sociale pro-capite per l'infanzia più bassa d'Italia: 3 euro, contro i 109 spesi per lo stesso bambino a Trieste (dati 2007). In Calabria solo 3,5 bambini su 100 hanno un posto in asilo nido o in altri servizi socio educativi a fronte dei 29,5 su 100 dell'Emilia Romagna. L'occasione giusta per affrontare il paradosso di un paese dove la spesa sociale è più bassa proprio dove la povertà è più grave.
Più su, a Napoli, nei quartieri Avvocata e Mercato Pendino, si incontra il più alto tasso di dispersione scolastica della città (il 2,66%) nelle scuole secondarie di primo grado. Una percentuale non piccola trattandosi di scuole medie che hanno visto 550 abbandoni in città nel 2010 mentre 173 bambini risultano inadempienti all'obbligo scolastico già alle elementari. In Italia quasi il 19% della popolazione tra i 19 e i 24 anni (800.000) abbandona precocemente la scuola alla terza media, più della media europea (14,4%) e quasi 9 punti dall'obiettivo del 10% stabilito nella Strategia Europa 2020.
Poi si potrà raggiungere l'Aquila, dove nelle "new town" di Bazzano e Paganica, ad esempio, non ci sono spazi e centri di aggregazione per bambini e adolescenti e bisogna cercarli altrove. Qui si può capire in che modo il terremoto ha colpito i più piccoli: dopo 2 anni le cicatrici sono ancora aperte almeno per il 38% dei bambini tra i 6 e i 14 anni che presentano disturbi di tipo psico patologico (fonte Bambin Gesù).
I ragazzi minori che lavorano si potranno incontrare ad esempio alle porte di Roma, alla rotonda di Setteville verso Tivoli, da dove entrano nei mercati generali dal retro, ricordandosi che l'ultima indagine nazionale Istat sul lavoro minorile in Italia risale al 2002, dopo il silenzio. Alcuni dei 1.500 minori che si prostituiscono e sono vittima di tratta sessuale in Italia si potranno invece incontrare anche accompagnando una unità di strada di Save the Children a Civitanova Marche e Porto S.Elpidio, nelle Marche, dove come in altri posti la rete di protezione locale (unità di strada, case di fuga,..) invece di rafforzarsi si indebolisce per la mancanza di finanziamenti anno dopo anno. Alcuni di quelli che sono entrati nel circuito penale italiano - 450 minori negli istituti penali e circa 800 in comunità - si potranno incontrare a Treviso, nell'Istituto penale minorile ricavato in un'ala all'interno di una casa circondariale per adulti, con cui condivide parte della struttura e del personale.
Ultima tappa del viaggio Milano, per incontrare una bambina che viveva nel campo Rom di Rubattino e ha subito otto sgomberi durante l'ultimo anno scolastico, e incontrare le sue maestre del circolo didattico di via Pini che hanno cercato in tutti i modi di tutelare il suo diritto alla scuola insieme a quello di molti altri. Una situazione emblematica tra quelle vissute da molti bambini e bambine di origine Rom in Italia, per i quali è indispensabile rafforzare la rete di protezione dei diritti fondamentali.
Al di là di questi casi, anche la ricerca condotta da Save the Children in 4 regioni italiane - Emilia Romagna, Lazio, Lombardia e Sicilia - sull'attuazione della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia nell'ambito di un programma finanaziato dalla Commissione Europea, ha evidenziato che, nonostante alcuni provvedimenti legislativi significativi, si è assistito negli ultimi anni in Italia ad una riduzione generale delle azioni efficaci in favore dei bambini.
Gli esiti finali della ricerca, realizzata con il coinvolgimento di rappresentanti delle istituzioni territoriali, delle ONG, di ragazzi e ragazze, sono raccolti nel Rapporto "Politiche per l'infanzia, a che punto siamo?" presentato oggi in occasione della conferenza. Tra le carenze segnalate, il fondo nazionale infanzia, istituito con la legge 285 del 97 su base triennale, ma confluito successivamente - fatta eccezione per le città riservatarie - nel fondo nazionale sociale, oggi quasi azzerato. Anche la frammentazione delle competenze e il divario nelle opportunità e nei diritti dei minori da una parte all'altra dei paese risultano evidenti. Tra le cause identificate l'assenza dei livelli essenziali delle prestazioni sociali, la mancanza di un sistema centralizzato di raccolta dati, le scarse opportunità di partecipazione dei ragazzi e delle ragazze sulle questioni che li riguardano.
"La legge istitutiva del Garante prevede la possibilità di esercitare un ruolo importante nel rapporto con le istituzioni," ricorda la Milano. "Tra le riforme più urgenti che Save the Children vuole portare all'attenzione immediata del Garante c'è senz'altro la lotta alla povertà minorile. E' necessario sollecitare la definizione di un piano nazionale di contrasto a questo fenomeno in espansione come dimostrano gli ultimi dati Istat secondo i quali i minori sono tra le prime vittime delle condizioni di povertà con quasi 650.000 sotto la soglia di povertà assoluta (Istat 2009). Il Garante può avere un ruolo cruciale in questo senso, promuovendo un intervento sistematico e su più livelli, nazionale regionale e locale."
Ruolo del Garante Nazionale dell'Infanzia
Il Garante, che viene nominato dai Presidenti di Camera e Senato, avrà infatti il potere di intervenire su specifiche situazioni di violazione dei diritti dell'infanzia, di carattere generale e particolare, attraverso attività di verifica, richieste di informazione, accertamenti, controlli e segnalazioni. Nei rapporti con il Governo e il Parlamento, il Garante avrà la possibilità di esprimere pareri, osservazioni e proposte su atti normativi in materia di tutela dei diritti dell'infanzia. La legge prevede, tra l'altro, che il Garante assicuri forme di consultazione diretta e di ascolto dei minori e di collaborazione con tutti gli organismi e istituti che operano per la promozione e la tutela dell'infanzia, associazioni, organizzazioni non governative e altri soggetti impegnati in questo ambito. Il Garante, inoltre, dovrà lavorare in stretto contatto con i Garanti regionali, per promuovere l'adozione di linee comuni.
Il rapporto "Politiche per l'infanzia, a che punto siamo?" è scaricabile al link:
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