Tra settembre 2010 e maggio 2011, ammonta a 339 milioni di euro la liquidità in più arrivata alle famiglie ?in difficoltà' dopo la sospensione delle rate del mutuo, per una disponibilità media di 6.558 euro per ciascun nucleo famigliare. Il dato è emerso nel corso della riunione del Tavolo di attuazione degli interventi previsti dal ?Piano famiglie', il protocollo d'intesa siglato nel 2010 da ABI, ANCI, Dipartimento per le politiche della famiglia e Dipartimento della gioventù, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Conferenza delle regioni e delle Province autonome, Cei ed associazioni dei consumatori, per aiutare le famiglie in difficoltà. Alla riunione, che si è svolta ieri presso la sede dell'ABI, ha preso parte per l'Anci Antonio Ragonesi, Responsabile Area Infrastrutture, Sicurezza e Protezione civile dell'associazione.
La maggior parte delle operazioni sospese ha riguardato l'intera rata del mutuo (87,6%), mentre nel 12,4% dei casi le operazioni si sono riferite solo alla quota capitale. Nel complesso sono stati 46.308 i contratti di mutuo, per un debito residuo di 5,5 miliardi di euro, ad aver usufruito della possibilità della sospensione.Tra le cause prevalenti che hanno spinto le famiglie a chiedere la sospensione del pagamento delle rate spiccano la cessazione del rapporto di lavoro (44%), la sospensione dal lavoro e la riduzione dell'orario (28,9%). Dal monitoraggio emerge anche una fotografia ben precisa della distribuzione geografica delle famiglie che hanno avuto accesso ai benefici della sospensione delle rate. La maggior parte dei nuclei in difficoltà con il pagamento del mutuo si trova al Nord (56,2%), seguito dal Centro con il 22,9% e dall'Italia meridionale ed insulare (20,1%).
Nel corso della riunione sono stati forniti alcuni dati relativi ad altri strumenti di sostegno per le famiglie. Per quanto riguarda il Fondo di solidarietà mutui per l'acquisto della prima casa, fino al 14 luglio scorso, su 9128 domande presentate, ne sono state ammesse 3.392, pari al 37%. Anche in questo caso la motivazione principale che ha spinto le famiglie a chiedere un aiuto finanziario spicca la sospensione del rapporto di lavoro (78%). Infine, il Prestito per i nuovi nati, che eroga finanziamenti non finalizzati da 5 mila euro, da restituire in 5 anni: nel complesso sono stati stanziati 102 milioni di euro a favore delle famiglie con un figlio nato negli anni 2009-2010 -2011.
Da parte sua Antonio Ragonesi ha sottolineato come negli ultimi mesi sono sempre di più le amministrazioni comunali che si rivolgono all'associazione per segnalare che, alla luce del numero crescente degli sfratti per morosità, hanno difficoltà ad arginare una situazione che sta diventando esplosiva dal punto di vista sociale. Da qui la sua richiesta all'ABI perché si faccia "da tramite per avviare una intermediazione tra il sistema del credito ed i tavoli locali", così "da consentire alle famiglie in difficoltà nel pagamento degli affitti di ?affrontare' al meglio le situazioni di emergenza". (gp)