Con l'attuale manovra viene confermata la tendenza verso la liquidazione del ministero dell'Ambiente, come già denunciata dal WWF nel 2010. Questo è l'aspetto più rilevante, insieme alla norma ad aziendam pro-Porto Tolle (che tende ad aggirare quanto censurato sia in sede penale che amministrativa), che è stato rilevato dal WWF Italia nelle sue Osservazioni inviate oggi ai membri della V Commissione bilancio del Senato alla Manovra estiva, Decreto legge 6 luglio 2011 n. 98 , proponendo una serie di modifiche.
Al Bilancio del Ministero dell'Ambiente si aggiungono ulteriori tagli oltre a quelli previsti nel 2010 di: 25,7 milioni di euro nel 2012; di 30,8 milioni di euro nel 2013; di 57,5 milioni di euro nel 2014.
Ciò porta il bilancio del Ministero: del 2012 a 478.458.078 euro (504.158.078 previsti dalla Legge di Stabilità 2011 - 25,7 mln di euro); il bilancio del 2013 a 465.376.079 euro (496.176.079 previsti della Legge di Stabilità 2011 -30,8 mln) e quello del 2014 a 438.679.076 euro, fatto base il finanziamento del 2013.
Vale la pena di ricordare che nel 2008 il bilancio di questo dicastero era di 1 miliardo e 649 milioni e nel 2009, primo anno del Governo in carica, era di 1 miliardo e 265 milioni. In quattro anni le risorse destinate dal Governo nazionale a tutela dell'ambiente si sono ridotte a ¼. Il Ministero dell'ambiente, viste le già ridottissime risorse assegnate, è il dicastero più penalizzato tra quelli che in qualche modo intervengono in campi analoghi.
Infatti, il Ministero per i beni e delle attività culturali che secondo la Legge di Stabilità 2011 aveva in Bilancio 1.421.530.726 euro e nel 2013 1.417.908.708 euro, ha un taglio di 12,45 mln nel 2012, di 14,9 mln nel 2013 e di 27,8 mln (fatta base evidentemente il 2013) nel 2014. Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali che secondo la Legge di Stabilità 2011 aveva in Bilancio 1.320.744.185 euro e nel 2013 1.266.501,588 euro, ha un taglio di 33,1 mln nel 2012, di 40,5 mln nel 2013 e di 74,6 mln (fatta base evidentemente il 2013) nel 2014. Pertanto, il WWF propone che i tagli al Bilancio del Ministero dell'Ambiente vengano ridotti della metà nel periodo 2012-2013-2014, passando quindi da 114 a 57 milioni di euro nel triennio, spalmando il taglio nei dicasteri della Difesa e delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Con l'art. 33 della Manovra inoltre si assiste all'ennesimo tentativo, dopo quello fallimentare della società Patrimonio dello Stato Spa (che viene posta in liquidazione), di costituire un nuovo ente pubblico per la valorizzazione o dismissione del patrimonio immobiliare pubblico. Contrariamente alla più elementare regola di buon senso invece di abbandonare una strada, che non ha in passato portato a nessun concreto risultato se non quello di costituire un moltiplicatore di incarichi e spese, viene ora costituita una società di gestione del risparmio per l'istituzione di uno o più fondi di investimento immobiliari chiusi promossi da Regioni, Province, Comuni anche in forma consorziata. Il WWF propone di limitare l'ambito di operatività di questa nuovo strumento di finanza creativa alla sola "valorizzazione" del patrimonio immobiliare pubblico, escludendo le ipotesi di "dismissione".
I commi 8 e 9 dell'art. 35 in commento introducono inoltre un esempio di intervento legislativo, di dubbia costituzionalità sia per quanto riguarda il rispetto delle competenze regionali che la tutela dell'ambiente e della salute, che appare essere concepito, a dispetto dei consueti canoni di universalità, per permettere la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle o di altri impianti analoghi. Con queste disposizioni vengono totalmente aggirate le diverse pronunce che sia in sede penale che amministrativa hanno censurato le modalità con cui si è operato nella centrale di Porto Tolle: per questo il WWF ne chiede l'abrogazione.