Roma, 11 luglio 2011 - «AMREF si unisce ai festeggiamenti del popolo del Sud Sudan per la grande conquista dell'indipendenza. Mentre inizia questo nuovo viaggio, però, dobbiamo essere consapevoli delle immense sfide sanitarie che la più giovane nazione africana deve affrontare e prepararci a quelle che verranno. Sappiamo che il nuovo Stato intende migliorare le condizioni di vita della propria popolazione, ma le priorità che deve affrontare sono tante. Perciò AMREF rinnova il proprio sostegno al governo del Sud Sudan per la promozione della salute, che rappresenta una componente chiave dello sviluppo».

Queste le prime parole con cui Teguest Guerma, direttore generale internazionale di AMREF, principale organizzazione sanitaria no profit africana, ha commentato la nascita ufficiale del 54esimo Paese africano, che già mercoledì potrebbe diventare il 193esimo membro delle Nazioni Unite. «La presenza di AMREF in Sud Sudan - ricorda Guerma - risale a molti anni fa. Quando nei primi anni Settanta è scoppiata la guerra, AMREF ha continuato a lavorare nelle aree controllate dal Sudan People's Liberation Army, formando gli operatori sanitari di cui vi era urgente bisogno. Dopo la firma dell'accordo di pace del 2005 che ha garantito la semi-autonomia al Sud, su richiesta del governo abbiamo esteso i nostri programmi e iniziato a sviluppare curriculum standard per formare ostetriche comunitarie, assistenti medici, infermieri e operatori sanitari di comunità».

Il lavoro di AMREF si concentra in particolare sul miglioramento della salute materno-infantile e dell'accesso ad acqua pulita e servizi igienici, sulla prevenzione e la cura di malattie come Aids, malaria e tubercolosi, e sulla fornitura di servizi di tipo diagnostico e chirurgico. In Sud Sudan decenni di guerra hanno lasciato in eredità indicatori sanitari tra i peggiori al mondo: una donna su sette rischia di morire per parto o complicazioni in gravidanza, il 48 per cento dei bambini sotto i cinque anni è malnutrito e solo uno su quattro è vaccinato contro il morbillo. «Per assicurare miglioramenti duraturi della salute - spiega il direttore generale di AMREF - il Paese deve iniziare a sviluppare un sistema sanitario in grado di fornire servizi e cure mediche a tutti i suoi cittadini. Questo sistema deve essere radicato all'interno delle comunità per poter rispondere in modo efficace ai bisogni della popolazione. A questo scopo è necessario investire nella formazione di un numero sufficiente di operatori sanitari qualificati e nella realizzazione di infrastrutture mediche, sviluppando allo stesso tempo un robusto sistema di gestione e diffusione delle informazioni a livello comunitario».

A partire dal 1998, attraverso il National Health Training Institute di Maridi AMREF ha formato 350 assistenti medici (clinical officer), pari a circa l'80% di tutti quelli presenti nel Paese. Gli assistenti medici formulano diagnosi, praticano operazioni chirurgiche di base come parti cesarei e appendiciti, insegnano educazione sanitaria comunitaria e gestiscono piccole strutture locali. Le loro competenze sono diverse da quelle richieste nel Nord del mondo e rappresentano perciò un antidoto efficace alla "fuga dei cervelli", l'emorragia di risorse umane che dal 1990 è costata ogni anno all'Africa la perdita di 20mila tra medici e infermieri specializzati, spinti a emigrare nei Paesi ricchi alla ricerca di condizioni di vita e di lavoro migliori.

La formazione di personale qualificato, però, deve essere accompagnata da un adeguato sviluppo delle infrastrutture sanitarie. «La comunità internazionale farà senz'altro la sua parte - precisa Guerma a questo proposito - ma ci auguriamo che lo faccia con spirito di collaborazione piuttosto che di competizione. Il coordinamento degli interventi, infatti, è importante per assicurare un progresso reale. Il Sud Sudan ha il vantaggio di poter imparare dagli errori compiuti in passato da altre nazioni, così da favorire uno sviluppo armonico, efficiente e sostenibile. Tra i rischi che vanno assolutamente evitati c'è la corruzione, che ha rallentato e perfino invertito la crescita di molte economie promettenti, e non bisogna affidarsi a soluzioni che hanno funzionato altrove ma che non sono appropriate per il contesto del Sud Sudan. Avendo operato in Africa per più di mezzo secolo, e in Sud Sudan per buona parte dello stesso tempo, AMREF è pronta a offrire il proprio contributo per la costruzione del servizio sanitario del nuovo Stato».


Alcune fotografie del Sud Sudan in alta risoluzione possono essere scaricate dalla cartella online all'indirizzo https://safesync.com/LMDzPMTC/Lavoro/AMREF/Fotografie/Sud%20Sudan/?a=fseGXRBPv88. All'interno della stessa cartella è disponibile un video di tre minuti creato con una selezione delle immagini del
reportage realizzato in Sud Sudan dal fotoreporter Marco Di Lauro per Getty Images Il video è visibile su Facebook, You Tube e sul sito di AMREF, e può essere scaricato in formato mpg da questo link. È online, inoltre, una scheda di approfondimento sul Sud Sudan e sui progetti promossi da AMREF nel Paese.

AMREF, fondazione africana per la medicina e la ricerca, è stata fondata a Nairobi nel 1957 ed è la principale organizzazione sanitaria no profit del continente. Oggi impiega in Africa oltre 800 persone, per il 97% africani, e gestisce circa 140 progetti di sviluppo sanitario in sei Paesi (Etiopia, Kenya, Sudafrica, Sudan, Tanzania e Uganda). Il network internazionale di AMREF è composto da 12 sedi in Europa, Stati Uniti e Canada.

Ufficio stampa AMREF Italia - Simone Ramella
Tel. 06-99704664 - Cell. 347-9416538 - E-mail: simone.ramella@amref.it

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