Se fosse una partita di Poker, andremmo a "vedere il punto" con la certezza del "bluff", tale l'evidenza dell'inganno culturale proposto dalle Amministrazioni in questi giorni, tutte strette attorno alla paventata emergenza laziale in tema di rifiuti.
"Ma noi non siamo giocatori d'azzardo - dichiara Vanessa Ranieri Presidente WWF Lazio - soprattutto quando si tratta della compromissione dell'ambiente e quindi della vita e della salute dei cittadini e così preferiamo l'attualissimo Seneca e la sua Medea. Chi vuole riportarci senza motivo nel Commissariamento, cui prodest? Già da oltre un anno avevamo intuito il rischio del grande bluff commissariale. Proprio il 22 giugno 2010 il WWF veniva ascoltato dalla Commissione Parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei Rifiuti nel Lazio, e già in quella sede appariva sempre più palese l'intenzione trasversale, non motivata da esigenze reali, di riportare la Regione Lazio nell'emergenza, così come manifestammo al Presidente Pecorella".
Per tentare di dare una risposta investigativa degna della maga della mitologia greca si dovrebbe partire innanzitutto dal meccanismo di monopolio o oligopolio che l'emergenza inevitabilmente riesce a sdoganare e garantire a vantaggio di pochi, ma anche e soprattutto in favore di quelle amministrazioni incapaci di programmare e pianificare con la lungimiranza dovuta e la trasparenza tipica dei procedimenti di pubblica evidenza.
Purtroppo però
negli anni trascorsi non si è attuata una politica che, parallelamente allo stato emergenziale, costruisse una corretta gestione dei rifiuti e soprattutto un ciclo virtuoso verso la raccolta differenziata spinta o la Società del riciclaggio e del riuso (come ci chiede la Comunità Europea).
Si è lasciata la Regione, in buona sostanza, in una situazione di monopolio. Ed è per questo che
il WWF da anni insiste nel chiedere l'avvio della raccolta differenziata spinta domiciliare in tutta la regione con un modello come quello avviato nel quartiere romano di Colli Aniene e non con il sistema duale di recente adozione che ingenera confusione e porta inevitabilmente a risultati costosi e fallimentari.
Anche Napoli ce lo insegna: nella Municipalità di Bagnoli con la raccolta differenziata porta a porta si è arrivati al 91%, calo della tariffa e strade pulite.
Nel Lazio, anziché investire in prevenzione, riuso e raccolta differenziata porta a porta si pensa invece di indicare la soluzione del problema con la realizzazione di sei discariche. Ci si chiede a questo punto: ma se questi siti riceveranno, a dire delle Amministrazioni, rifiuti trattati la parte putrescente dove andrà a finire, non essendo state predisposte raccolta e strutture? E' eclatante l'inconsistenza del ragionamento.
"Nessuna discarica dovrà essere realizzata nel Lazio - conclude Ranieri - venga invece avviata con urgenza la raccolta differenziata domiciliare spinta, realizzati i siti di compostaggio per cui sono stati già stanziati i fondi, ma soprattutto venga indicata immediatamente e con atto formale la reale capacità di Malagrotta: dal 2005 con il Piano di Adeguamento della discarica si sarebbe dovuta dichiarare per legge".