"Gli italiani ci hanno bloccati vicino Lampedusa e dopo aver legato una fune alla nostra barca ci hanno trainati in Libia dove siamo stati riportati nei Centri di detenzione, torturati e costretti a chiamare le nostre famiglie per chiedere il denaro per il nostro riscatto. Sono fuggito quando è scoppiata la guerra"(migrante di origini somale nel campo di Shoucha, Tunisia, respinto in Libia)Medici Senza Frontiere (MSF) presenta alla stampa una serie di testimonianze dei migranti che si trovano nei centri di accoglienza in Tunisia e in Italia, dove permangono in condizioni inadeguate. Le loro voci descrivono anche un quadro allarmante di ciò che accade in Libia prima della fuga nei paesi vicini o prima di intraprendere il viaggio in mare per raggiungere l'Europa.
Il tempo di permanenza nelle strutture di accoglienza italiane è stato prolungato da 6 a 18 mesi e ciò ha gravi ripercussioni sulla loro salute fisica e psicologica.
Nel corso del media briefing, i rappresentanti di MSF forniranno un quadro aggiornato su:
- Situazione a Lampedusa
- Condizioni all'interno dei centri di accoglienza per migranti visitati da MSF
- Aggiornamento sulle attività in Libia e Tunisia
Intervengono:Francesca Zuccaro, Capo Missione di MSF per i progetti sull'immigrazione in ItaliaKostas Moschochoritis, Direttore Generale MSF Italia
Medici Senza Frontiere è la più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente al mondo. Nel 1999 è stata insignita del Premio Nobel per la Pace.
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