Lo scorso 9 gennaio si è svolto il referendum per l'autodeterminazione del Sud Sudan, previsto dagli accordi di pace del 2005. Si è così sancita la divisione del Sud Sudan dal governo di Khartoum, a partire dal 9 luglio 2011.
Con l'avvicinarsi di quella data si intensificano scontri e violenze tanto che i vescovi sudanesi hanno lanciato un appello alla pace e una novena.
La situazione si è progressivamente aggravata, con scontri sempre più intensi nell'area di confine tra Nord e Sud Sudan e nelle ultime settimane nel Nord Sudan, specialmente nella regione del Sud Kordofan.
Imprecisato il numero di vittime e oltre 60.000 le persone in fuga a causa di razzie, incendi di villaggi, violazioni di diritti umani, esecuzioni sommarie, bombardamenti aerei.
Caritas Italiana si unisce alla preghiera per la pace dei vescovi locali e intensifica il sostegno a Caritas Sudan. In collaborazione con la rete internazionale Caritas è in atto un piano di aiuto d'urgenza in tutto il Paese, rivolto alle persone che si spostano da nord a sud e in particolare alle fasce più vulnerabili: donne, minori, anziani.
L'intervento si è concentrato prevalentemente nella distribuzione di cibo, acqua, kit sanitari, teli di plastica ed altri utensili per alloggi provvisori ad oltre 50.000 sfollati. Inoltre, è stato realizzato un ampio programma di formazione di volontari locali per la risposta all'emergenza.
Per i prossimi mesi è stato lanciato un programma annuale che prevede interventi in tutto il Sud Sudan in vari settori tra i quali: igiene, alimentazione, salute, protezione fisica, educazione di base, attività di peace building e educazione alla risoluzione nonviolenta dei conflitti.
Il programma prevede sia aiuti d'urgenza, sia interventi di ricostruzione e riabilitazione di medio periodo, in particolare nell'ambito delle strutture scolastiche e dell'accesso all'acqua (pozzi, sistemi di distribuzione ecc.).