"Dal suo esordio la Rete 'Primo Marzo' ha chiesto la chiusura dei Cie considerando la loro esistenza inaccettabile sul piano umano e incompatibilecon lo stato di diritto: queste strutture limitano infatti la libertà personaledi donne e uomini migranti in nome di una violazione puramente amministrativa esono teatro di molteplici illegalità quotidiane. Inoltre, queste strutture hanno dimostrato anche di essere incapaci di servire alloro scopo dichiarato e spaventosamente costose.
Alla luce di questi dati obiettivi, la decisionedi prolungare triplicando fino a 18 mesi il periodo di trattenimento degli 'ospiti' dei Cie- che sono a tutti gli effetti dei reclusi - si palesa nella sua totale irrazionalità e dimostral'assenza di serie politiche migratorie in Italia.
Riproponendo costantemente la logica dell'emergenzail governo tenta di recuperare consensi e colpisce, attraverso il razzismoistituzionale, i quasi cinque milioni di migranti che vivono, lavorano inItalia.
Inaccettabili appaiono anche le recenti circolariche inibiscono ulteriormente agli operatori dell'informazione, agliamministratori locali, alle associazioni di sostegno dei migranti, lapossibilità di accedere a detti luoghi per verificare cosa effettivamenteaccada lì dentro.
Per tale ragione torniamo a chiedere che i Cie vengano chiusi e sosteniamo leiniziative di denuncia, di ispezione e di mobilitazione civile intraprese da alcunigiornalisti e dall'ASGI e prontamente raccolte dalla FNSI, dall'Ordine dei Giornalisti e daun nutrito gruppo di parlamentari.
I comitati territoriali 'Primo Marzo' siattiveranno laddove saranno organizzate iniziative di mobilitazione e disensibilizzazione attorno a questo tema. A partire dalla mobilitazione controprecarietà e razzismo istituzionale del 25 giugno".