Un "ponte di civiltà", un centro che garantisca accoglienza e dignità ai profughi che fuggono da guerre e persecuzioni e per i quali la capitale rappresenta il "porto di secondo sbarco" in Italia: questa la proposta avanzata lunedì 20 giugno da Medu (Medici per i Diritti Umani), A Buon Dirittoe Campagna Welcome durante un incontro di testimonianza, cultura e musica in solidarietà con i profughi dell'Afghanistan e di tutti i paesi. Le tre organizzazioni hanno chiesto, e continueranno a farlo, alle istituzioni competenti un'assunzione di responsabilità chiara e risorse adeguate affinché vengano garantiti i diritti fondamentali dei migranti forzati.

L'area dove si potrebbe realizzare il "ponte di civiltà" secondo gli organizzatori dell'incontro è la stazione Ostiense, da anni punto di arrivo o di transito di tanti profughi, costretti a vivere sulla strada in condizioni inaccettabili, spesso senza avere accesso ad alcuna protezione o a minimi standard di accoglienza. Tra di essi un numero rilevante di titolari di protezione internazionale e di minori.

Medu, A Buon Diritto e Campagna Welcome denunciano poi la logica fallimentare della gestione della pura emergenza perseguita dalle istituzioni, a cui non ha fatto seguito l'individuazione di soluzioni di tutela, accoglienza e integrazione. Le tre organizzazioni parlano inoltre di una tendopoli sorta due mesi fa nei pressi della stazione, di fatto autogestita dagli ospiti stessi. Proprio qui Medu insieme ad altre organizzazioni della società civile, volontari e singoli cittadini, cerca di portare solidarietà, assistenza socio-sanitaria e un minimo di accoglienza. E proprio l'esperienza di questa tendopoli ha dimostrato la fattibilità della proposta di un ponte per l'accoglienza anche con poche risorse a disposizione. In particolare l'idea di Medu, A Buon diritto e Campagna Welcome, riguarda la possibile riconversione della struttura del ponte coperto già esistente nell'area dell'ex air terminal, oggi in stato di abbandono.

«Al di là della destinazione finale - dicono le organizzazioni - è necessario garantire le tutele fondamentali a una popolazione vulnerabile accomunata da uno stesso destino: la fuga dal proprio paese a causa della guerra, della violenza e delle persecuzioni. Un Ponte per l'accoglienza si pone come proposta nata dal territorio e dalla società civile per contribuire, nei fatti, alla soluzione di un annoso problema di civiltà e accoglienza che affligge la città di Roma».

All'iniziativa di lunedì 20 giugno hanno inoltre preso parte: Paolo Rossi, Tetes de Bois, Acustimantico, Francesco Di Giacomo, Giusi Zaccagnini, Valerio Vigliar, Gretadieu, Criansa, Bucho, Luna Whibbe, Tiziano Turci, Kapitan Mikonos e altri.

Alla proposta hanno invece aderito anche: Action Diritti in Movimento, Arci Immigrazione, Asinitas, Associazione Socio Culturale Ararat, Associazione Europa Levante , Associazione Somebody, Binario 15, Brigata Garbatella PROCIV-ARCI, Casa dei Diritti Sociali, Centro di Accoglienza Madre Teresa di Calcutta, CIR Consiglio Italiano per i Rifugiati, Circolo PD Esquilino, Cittadini del Mondo, Collettivo Immigrazione Roma PRC, Comunità di Base San Paolo, ESC Infomigrante, Fanfulla, Forum immigrazione PD, La Sosta, Luoghi Comuni Garbatella , Medici Contro la Tortura, Monte Verde Antirazzista, Monte Verde Legge, Popica, Primavera Romana, Primo Marzo, Senza Confine, Strike-Yo Migro

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