Ci vuole più coraggio a parlare che a combattere, ed è confortante vedere che il Presidente Omar Hassan al Bashir e il primo Vicepresidente, Salva Kiir Mayardit, abbiano cominciato a fare esattamente questo.
Nelle scorse settimane, a Abyei, Kadugli e in altre parti del sud del Kordofan, così come nel Darfur (e ora, nel sud dello stato del Nilo Azzurro), abbiamo assistito a una totale mancanza di rispetto per i principi umanitari internazionali da parte dell'Esercito Popolare per la liberazione del Sudan (SPLA), delle Forze armate sudanesi (SAF) e di altri gruppi armati nelle aree in cui operano.
Questo è il momento per il presidente Bashir e per il vicepresidente Kiir di mandare un messaggio chiaro e inequivocabile - che arrivi ad ogni soldato sul campo - che negare l'accesso umanitario costituisce una grave violazione dei diritti umani.
Quando i combattimenti prevalgono sulle parole, sono le mamme e i bambini che pagano il prezzo più pesante. È disumano negare l'accesso a coloro che vogliono portare cure salva-vita e servizi.
Nelle diverse aree di conflitto, si alza un drammatico appello affichè prevalga l'umanità, così che i bambini possano svegliarsi al suono dell'acqua corrente piuttosto che quella dei bombardamenti, possano dormire pacificamente, dopo aver mangiato, invece di stare rannicchiati sotto i proiettili sparati dagli AK 47.Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a quanto sta accadendo.
A nome di tutte le donne sudanesi e dei bambini nelle zone colpite, ci deve essere piena libertà di circolazione e libero accesso umanitario per tutti coloro che - in modo imparziale- vogliono cercare di portare aiuti.
L'UNICEF e le organizzazioni partner hanno le risorse e il personale sul campo per fornire rapidamente aiuto alle decine di migliaia di persone sfollate a causa dei combattimenti. Tutto ciò che occorre è che le forze militari che attualmente bloccano il loro percorso consentano il passaggio.
Quali leader impegnati per il dialogo, Bashir e Kiir hanno la responsabilità di agire per garantire che tutti gli ostacoli che impediscono l'accesso umanitario siano rimossi e che tali disposizioni raggiungano tutte le forze sotto il loro comando. Questo sarebbe un segno di vero coraggio e di leadership