Dopo diversi giorni ancora non si è deciso chi deve fare il soggetto attuatore in Lombardia per l'emergenza profughi dal Nord Africa. Ciò comporta assenza di coordinamento e di corresponsabilità, i Comuni sono stati lasciati soli di fronte all'emergenza di trovare un asilo.
In questa situazione il Presidente di Anci Lombardia e sindaco di Varese Attilio Fontana dichiara: "Come Comuni lombardi ci siamo da subito resi disponibili a collaborare per trovare una sistemazione idonea e dignitosa ai profughi in arrivo dal Nordafrica. Abbiamo però chiesto alle istituzioni presenti in Lombardia che fosse individuato un soggetto che coordinasse le operazioni di distribuzione sul territorio, equamente e in modo da coinvolgere i sindaci e dare loro il tempo necessario per attrezzarsi a una permanenza che si prospetta lunga e quindi articolata, almeno per i profughi le cui domande di asilo saranno accolte.
Abbiamo chiesto che Regione e Prefetture e Province facessero il loro ruolo, coordinando noi sindaci con il soggetto attuatore della risposta all'emergenza, che in Lombardia è stato supplito fino ad ora dalla Protezione civile". Anci Lombardia ha chiesto da subito che ci fosse un soggetto attuatore sul territorio lombardo con l'autorevolezza necessaria a coordinare i Comuni, anche a livello provinciale, per definire le accoglienze.
Questo ruolo è stato assunto in via transitoria dalla Protezione civile nazionale, per affrontare la fase emergenziale dell'arrivo di centinaia di profughi tutti in una volta; è però necessaria la presenza di un'autorità riconosciuta sul territorio per concertare una distribuzione più omogenea dei profughi, per favorire loro permanenza senza causare tensioni sul territorio. Non essere stati capaci di fare concertazione anche a livello provinciale ha portato a non avere progetti di assegnazioni che non fossero temporanee, e in definitiva a non superare la fase di emergenza. "Di fronte alla nostra richiesta abbiamo assistito da un mese a un imbarazzante rimpallo di responsabilità tra le altre istituzioni, che non fa il bene di nessuno. Evidentemente - conclude il Presidente di Anci Lombardia - prevale la convinzione che la situazione si risolverà da sé, scaricando ogni responsabilità sulle spalle dei sindaci e aspettando che la tempesta passi. Ricordiamo che sono in arrivo altre centinaia di profughi a Lampedusa e che il 20% di questi arriverà in Lombardia.
Di fronte a questa situazione non ci resta che sospendere la nostra collaborazione: chiederemo ai nostri colleghi sindaci della Lombardia di rifiutare ogni tipo di collaborazione e contatto con i responsabili dell'emergenza, che d'ora in poi dovranno agire d'imperio per trovare posto ai profughi". "La situazione è pesante per due ragioni - aggiunge il Vice Presidente di Anci Lombardia e sindaco di Sesto San Giovanni Giorgio Oldrini - la prima è che i sindaci hanno oggettive difficoltà in questa situazione ad organizzare l'accoglienza di chi arriva, e sappiamo bene che ce ne saranno altri.
La seconda, è che prevale l'incertezza assoluta su cosa accadrà di chi è già arrivato. Non ci sono prospettive e il rischio è di trovarsi in città persone "parcheggiate" in una condizione di incertezza assoluta che non rassicura né loro, né chi li ospita.
Per questo motivo occorre che la Regione, insieme a Prefettura e Province, si faccia carico seriamente del coordinamento di questo fenomeno che interessa tutto il territorio lombardo". (com/fr)