Ancora oggi, nel 2011, il lavoro minorile è una piaga che coinvolge bambini e adolescenti in tutto il mondo, Italia compresa. Molti di loro sono costretti a lavorare in condizioni disumane, pericolose non solo per il benessere psicologico, ma per la salute stessa. Secondo le stime dell'International Labour Organization"(ILO), dei 215 milioni di bambini coinvolti nel lavoro minorile, ben 115 milioni svolgono attività pericolose, soprattutto nell'agricoltura. Di questi 41 milioni sono femmine e 74 milioni maschi.
Il dato è allarmante: ogni minuto un bambino nel mondo è vittima di un incidente, di una malattia o di un trauma psicologico causato dal lavoro. Su questo aspetto si concentra la campagna lanciata quest'anno dall'Ilo nella Giornata Mondiale contro il lavoro minorile - 12 giugno 2011 - dal titolo "Attenzione! I bambini fanno lavori pericolosi- Fermiamo il lavoro minorile". L'Ilo e la comunità internazionale hanno dichiarato che il fenomeno dovrà essere contrastato entro il 2016.
Telefono Azzurro - che da anni realizza attività finalizzare a promuovere una maggiore conoscenza di questo fenomeno e ad assicurare che bambine e bambini siano protetti da qualsiasi forma di lavoro e sfruttamento - sollecita un piano di azione per il contrasto del lavoro minorile e mette a disposizione della comunità gli strumenti di cui dispone. In particolare, invita a segnalare ogni situazione di lavoro minorile al Servizio 114 - Emergenza Infanzia, gestito per conto del Ministero per le Pari Opportunità - con il duplice obiettivo di tutelare bambini e adolescenti e rendere tempestiva l'azione delle direzioni provinciali del lavoro, sulla base delle segnalazioni pervenute.
Il 114 è stato individuato quale strumento di azione privilegiato per la segnalazione e il contrasto del lavoro minorile dal Ministero del Lavoro, che nel 2009 ha firmato con Telefono Azzurro un protocollo di intesa. I dati del 114 emergenza infanzia evidenziano come il fenomeno sia significativamente presente anche in Italia. Dal gennaio 2006 ad aprile 2011, su un totale di circa 8700 casi il lavoro minorile ha riguardato il 7% della casistica (oltre 600 casi).
La maggior parte delle situazioni riguardano situazioni di accattonaggio, che spesso rasentano per le modalità e gli esiti concreti il lavoro schiavistico: si tratta per lo più di bambini di nazionalità straniera, cui nessuno provvede o che fin da piccoli sono costretti a lavorare per sostenere la famiglia. Sebbene la rilevazione di questo fenomeno nel nostro Paese sia incompleta e poco aggiornata, è evidente come il lavoro e lo sfruttamento minorile si concentrino soprattutto nel Mezzogiorno e nel Nord-est. Il fenomeno è particolarmente presente nelle situazioni di degrado familiare e sociale, ove vi siano carenze infrastrutturali, maggiore criminalità organizzata, alti tassi di disoccupazione e povertà.
"La povertà aumenta il rischio che i bambini siano coinvolti nel lavoro - denuncia il prof. Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro - La crisi economica, infatti, determina un aumento della dispersione scolastica e del lavoro minorile. Non dimentichiamo, poi, il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati, che negli ultimi mesi è aumentato in maniera esponenziale a causa della situazione del Nord Africa: questi minori sono quelli più esposti ad un alto rischio di sottrazione da parte di adulti per sfruttamento lavorativo e della prostituzione. Va infine citata la situazione dei tanti minori rom che fra il 2010 e 2011 hanno conosciuto un periodo di grave difficoltà, a causa di sgomberi realizzati senza predisporre misure alternative di accoglienza".
Per tutte queste categorie di minori "a rischio", Telefono Azzurro continua a far sentire la propria voce, chiedendo un piano di azione mirato all'eliminazione del lavoro minorile in Italia. "Date le gravi conseguenze che queste situazioni possono avere sulla crescita di un bambino - continua il prof. Caffo - è essenziale dare maggiore visibilità a questo fenomeno, troppo spesso sottovalutato, ricordando alle Istituzioni e a tutta la società civile le proprie responsabilità.
Le azioni più urgenti riguardano il monitoraggio della dispersione scolastica e l'accesso all'istruzione, che deve essere garantito a tutti i bambini, italiani e stranieri. Ciò significa investire di più nella prevenzione di questi fenomeni, destinando maggiori risorse economiche. Dobbiamo però constatare come nell'ultimo anno le risorse destinate all'infanzia siano calate.".
In particolare Telefono Azzurro sollecita:- un concreto investimento per la definizione e la realizzazione di un sistema di monitoraggio e l'attuazione di ricerche specifiche integrative che possano offrire dati aggiornati su un fenomeno che non solo è in forte mutazione ma che allo stato attuale rischia di essere interpretato sulla base di dati obsoleti e fuorvianti;- l'incremento dei controlli sulle imprese per facilitare l'emersione del sommerso e la promozione attiva di azioni di prevenzione nelle aziende, nel rispetto dei diritti dei più piccoli;- il contrasto delle diverse forme di abbandono scolastico attraverso interventi integrati in grado di cogliere le situazioni a rischio e di promuovere modelli di intervento in rete funzionali alla presa in carico del bambino e della sua famiglia;- la realizzazione di specifiche campagne informative e preventive rivolte non solo ai bambini e al mondo della scuola ma anche agli adulti di riferimento e alle aziende che hanno importanti responsabilità nel coinvolgimento dei bambini nelle diverse forme di sfruttamento;- la promozione di una cultura del rispetto e della legalità attraverso il coinvolgimento di tutte le forze in campo affinché ciascun membro della comunità si senta partecipe e parte attiva nella prevenzione del lavoro minorile e di ogni sua forma di sfruttamento.
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