Roma, 7 giugno 2011 - Telefono Azzurro da 24 anni si prende cura dei bambini e gli adolescenti che vivono situazioni di disagio e sofferenza, tutelandoli da ogni forma di abuso e maltrattamento che può comprometterne lo sviluppo. Solo negli ultimi 11 anni (2000-2010) Telefono Azzurro ha risposto a oltre 3 milioni di chiamate, cambiando la vita di 43.717 bambini e adolescenti: ciò significa 4000 casi all'anno e 330 al mese. Considerando la popolazione minorenne (0-18) media di questi undici anni, 1 bambino su 250 è stato aiutato da Telefono Azzurro e un bambino su tre era coinvolto in situazioni di trascuratezza, maltrattamento fisico, abuso sessuale e psicologico.
Telefono Azzurro in questi 24 anni è cresciuto e ha sviluppato nuove progettualità per rispondere ai bisogni di un'infanzia e di un'adolescenza in continuo cambiamento. Alla prima linea telefonica nata nel 1987, si sono affiancati negli anni servizi capaci di risposte in emergenza quali il 114 e il 116.000 per i bambini scomparsi. La prevenzione è stata possibile grazie ai centri territoriali diffusi su tutto il territorio nazionale, ai numerosi progetti realizzati nelle scuole, alla formazione rivolta agli insegnanti, agli operatori dei servizi socio-sanitari, alle forze dell'ordine. Altri progetti di ricerca e formazione sono stati realizzati grazie ad una costante presenza dell'Associazione sul piano internazionale, che ha consentito di importare nel nostro Paese molte buone prassi di intervento. Le tante richieste di aiuto giunte a Telefono Azzurro in questi anni mostrano come sia ancora lunga la strada che porta a proteggere i bambini e degli adolescenti.
Sara, Tommy, Yara, Elena, Jacopo, Mario, sono nomi che in tutti noi evocano storie e immagini di diritti drammaticamente violati. Dietro di loro altre storie di sofferenza che non compaiono sulle pagine di cronaca, ma non per questo sono meno importanti. Telefono Azzurro dopo 24 anni di attività spesi a dar voce ai diritti dei bambini e degli adolescenti, riporta con forza il tema dell'infanzia al centro di un dibattito che coinvolge tutti.
Per questo, dal 7 giugno 2011 al 7 giugno 2012, Telefono Azzurro promuove dodici mesi di riflessione sulle più importanti questioni ancora aperte che riguardano i bambini e gli adolescenti del nostro paese. Comunità scientifica, mondo associativo, genitori, insegnanti, professionisti, bambini e adolescenti potranno condividere la discussione attraverso i diversi canali messi a disposizione dell'Associazione. Dodici domande, una al mese, caratterizzeranno l'attività dell'Associazione. Una sorta di puzzle sulla cultura dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia, che si comporrà in via definitiva fra un anno in occasione del 25°compleanno dell'associazione.
Per una volta Telefono Azzurro non fornisce risposte, ma pone le domande:
1. In che modo è possibile aiutare le famiglie a svolgere al meglio il proprio ruolo genitoriale?
2. Alla luce dei cambiamenti sociali e tecnologici degli ultimi anni, come dovrebbe essere ripensata la scuola?
3. In che modo si può favorire una migliore integrazione dei bambini e delle famiglie straniere nella nostra società?
4. Come è possibile valorizzare le potenzialità di Internet e proteggere i bambini e gli adolescenti dai suoi rischi?
5. In che modo è possibile far sì che la carta di Treviso, la normativa vigente e i codici di autoregolamentazione in materia di media e minori siano rispettati e non siano oggetto di palesi violazioni in nome di obiettivi di vendita e "di share"?
6. Come è possibile secondo lei migliorare la gestione dei casi di scomparsa?
7. In che modo si può ridurre l'abuso di sostanze nei giovani?
8. Come si può contrastare in modo efficace il fenomeno della pedofilia?
9. Come è possibile secondo lei contrastare il lavoro minorile?
10. Come aiutare i bambini che devono essere allontanati dalla propria famiglia, impedendo che rimangano per anni all'interno di una comunità?
11. Quali funzioni dovrebbe svolgere il Garante nazionale?
12. Quale ruolo deve avere il non profit nel nostro paese e quale rapporto deve legare Ente pubblico e privato sociale?
"La sfida chi si vuole lanciare oggi - sostiene il prof. Caffo - è quella di rispondere concretamente ai bisogni dei bambini, degli adolescenti e delle loro famiglie. Si tratta di risposte che non possono essere demandate a singoli ma che necessitano dell'impegno congiunto di istituzioni, enti locali, terzo settore, scuole, famiglie e comunità".
Sono assoluta priorità la promozione delle competenze genitoriali e il sostegno alla genitorialità, lo sviluppo di un nuovo progetto educativo nelle scuole, l'integrazione dei bambini stranieri, la prevenzione della trascuratezza e dell'abuso che in bambini molto piccoli possono avere esiti fatali. "Con rammarico constatiamo come le risposte ai bisogni dei bambini e degli adolescenti continuino ad essere frammentate e poco incisive: bullismo, pedofilia e scomparsa ne sono un esempio. Il benessere delle nuove generazioni - conclude il Prof. Caffo - passa da un ripensamento delle agenzie educative primarie (la famiglia e la scuola), cui va dato un maggiore sostegno, e da un serio investimento nella prevenzione, nella ricerca e nella qualità dei percorsi di intervento ".