Il Governo, che ha posto la fiducia sul decreto legge Omnibus, approvato ieri dall'Aula di Montecitorio, dimostra che in materia di nucleare non solo non si fida degli italiani, ma neanche del Parlamento: la sovranità popolare (diretta e indiretta) è definitivamente calpestata dall'Esecutivo.
E' per questo che il presidente del WWF Italia, Stefano Leoni, ha inviato una lettera al Capo dello Stato, che dovrà promulgare la legge di conversione del decreto Omnibus, che contiene la norma-bluff per disattivare il quesito referendario, mantenendo il rilancio del nucleare.
Nella lettera il WWF solleva due questioni di fondo:
1. Il Governo con un proprio emendamento presentato nel corso dell'iter di conversione del decreto legge - in questo modo aggirando il preventivo esame del Presidente della Repubblica in sede di emanazione - e definitivamente approvato dal Parlamento con il voto di fiducia posto dall'Esecutivo, può impedire agli italiani di pronunciarsi sul referendum?
2. Questa modalità di operare del Governo è costituzionalmente compatibile con l'istituto referendario quale tipico mezzo di esercizio della sovranità popolare?
Il WWF nella sua
lettera, rimandando rispettosamente la decisione al Capo dello Stato, si permette di osservare che:
1. con l'inserimento di un emendamento in un decreto legge su cui si pone la fiducia, il Governo di fatto elude il vaglio preventivo del Presidente della Repubblica sui decreti legge e comprime il ruolo del Parlamento, come fatto notare dal Capo dello Stato, lo scorso 22 febbraio in occasione della fiducia sul decreto legge milleproroghe;
2. la Corte Costituzionale ha posto la sua attenzione sulle leggi che modificano norme sottoposte a referendum, rilevando come, da un lato, si debbano rispettare i "principi ispiratori" dei promotori dei quesiti, e, dall'altro, si debbano valutare le reali "intenzioni del legislatore", che non possono essere finalizzate solo a bloccare l'esercizio della sovranità popolare.
È questa, secondo il WWF, esattamente la fotografia dell'atteggiamento dell'Esecutivo sul nucleare.
Prima, osserva l'associazione, con un proprio emendamento all'originario decreto legge, il Governo ha trasformato l'iniziale sospensione del programma in materia di energia nucleare in una abrogazione di facciata delle norme oggetto del referendum del 12 e 13 giugno: tutto ciò con il solo obiettivo di non permettere agli italiani di esprimersi sul quesito referendario, mantenendo però l'obiettivo del rilancio della strategia nucleare.
Poi, ponendo la questione di fiducia sulla conversione del decreto legge, a meno di due settimane dalla consultazione referendaria, ha definitivamente alterato il normale confronto parlamentare e impedito agli italiani di pronunciarsi con il proprio voto.