Sotto questo punto di vista lo tsunami aveva causato danni per 2,2 miliardi di dollari in tutta l'Indonesia, mentre nella sola provincia di Java centrale al momento le stime della distruzione si aggirano intorno a 1,6 miliardi di dollari. L'Agenzia nazionale per il coordinamento dell'assistenza per le catastrofi naturali ha fatto sapere che quasi 157 mila case (30 mila in più rispetto allo tsunami, che investì Aceh) sono state rase al suolo, 184 mila danneggiate gravemente e 259 mila solo parzialmente. Il sisma di 6,3 gradi Richter del 27 maggio scorso ha lasciato 420mila senza tetto, la maggior parte nelle reggenze di Bantul e Klaten, a sud di Yogyakarta.
Prosegue intanto l'attività delle organizzazioni umanitarie. Medici Senza Frontiere è presente a Yogyakarta con 23 operatori internazionali, 22 medici e 3 psicologi indonesiani, oltre a un centinaio di indonesiani tra operai impegnati nella costruzione del reparto post-operatorio, autisti e logisti. Un'equipe di chirurgi lavora all'ospedale di Bethesda, a Yogyakarta, dove c'è una lunga lista di pazienti in attesa di assistenza operatoria urgente. I chirurghi intervengono principalmente nei casi complicati, come le fratture composte, e operano circa cinque pazienti al giorno. Il reparto post-operatorio, che ospiterà circa 100 pazienti, è ancora in costruzione. Poiché mancano le ambulanze necessarie al trasferimento dei pazienti nel reparto post-operatorio, MSF sta fornendo cinque ambulanze all'ospedale Betheseda di Yogyakarta e sta collaborando con altre ONG e con il Ministro della Salute per trasferire pazienti da altri ospedali.
Prosegue anche l'azione della Caritas Italiana in coordinamento con Caritas Indonesia, con l'arcivescovo di Semarang e con il sostegno di tutta la rete internazionale. Il Centro di coordinamento è a Jalan e sono stati individuati 4 centri di servizio. Tra gli obiettivi prioritari vi è quello di raggiungere anche i luoghi meno aiutati e più isolati come ad esempio Panggang (Gunung Kidul). Oltre alla distribuzione di materiale di prima necessità sono stati attivati dei team medici mobili, e la Caritas ha provveduto ad inviare materiale chirurgico e attrezzature per l'anestesia per l'ospedale Panta Rapih. Sta ora valutando i piani di ricostruzione per l'ospedale Elisabeth in Gunjuran Bantul, l'ospedale Panti Nugroha (Pakan, Sleman) e l'ospedale St. Yusuf (Kulun Praga, Yokjakarta). La Caritas Italiana contribuisce alla realizzazione degli interventi in atto. [GB]