«Un Paese asfittico, incapace di ripartire, privo di un disegno di futuro, in cui le persone, le famiglie sono abbandonate a se stesse, e i poveri continuano a subire i costi più salati della crisi». 

È questo, secondo il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, il quadro dell'Italia delineato dal rapporto annuale dell'Istat. Un italiano su quattro a rischio povertà o esclusione sociale.

Famiglie in difficoltà e sempre più indebitate. Mezzo milione di occupati in meno tra i giovani negli ultimi due anni. Due studenti su dieci che interrompono gli studi senza aver conseguito un titolo superiore. E ancora: carenza di asili nido e servizi, donne costrette a lavori dequalificati e stipendi più bassi. 

«Siamo un Paese che ha un disperato bisogno di tornare a scommettere sul proprio futuro. Il paradosso è che siamo formalmente usciti dalla crisi - la recessione è finita - ma non riusciamo a ripartire, perché mancano le riforme necessarie.

Serve una politica di rilancio dei redditi che passi attraverso la riforma del fisco a misura di famiglia; una riforma degli ammortizzatori sociali che offra le giuste garanzie anche ai giovani lavoratori; un investimento sui servizi di prossimità che consenta alle donne di accedere senza barriere al mercato del lavoro; una riforma della formazione professionale che riduca la dispersione scolastica». 

«A fronte di queste esigenze - continua il presidente delle Acli - siamo andati avanti invece con una politica dei tagli ma senza riforme. Così facendo il Paese è rimasto immobile e sempre più diviso tra chi è riuscito a tutelarsi e chi ha subito pesantemente le conseguenze della crisi».

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