Aiutare le famiglie fuggite le scorse settimane dalla violenza in Siria. Questo è l'impegno dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e delle agenzie partner - in collaborazione con il governo libanese - nelle aree di frontiera di Wadi Khaled e Tall Biri nel nord del Libano.
Nell'ultima settimana - affermano i leader libanesi locali - 1.400 persone provenienti dalla città siriana di Tall Kalakh hanno attraversato il confine per entrare nelle regioni di Wadi Khaled e Tall Biri. E sono andate ad aggiungersi a tutti coloro che hanno varcato la frontiera a partire dalla fine di aprile. Secondo le stime delle autorità locali sono circa 4.000 i siriani entrati in Libano di recente, ma è difficile confermare cifre esatte.
È della scorsa settimana l'esortazione rivolta dal primo ministro ad interim Saad Hariri all'Alto comitato governativo per l'assistenza affinché supervisioni e coordini la risposta alle necessità umanitarie delle persone sfollate nel nord del paese. È incoraggiante il ruolo proattivo svolto dalle autorità libanesi nel garantire assistenza ai nuovi arrivati.
Molti di coloro che di recente hanno attraversato il confine sono arrivati senza niente, in fuga da quelli che descrivono come pesanti bombardamenti militari su Tall Kalakh e sulle aree limitrofe. Molti hanno trovato una sistemazione presso parenti o famiglie, altri sono temporaneamente alloggiati in una scuola di Tall Biri.
L'UNHCR ha preso parte a diverse operazioni di distribuzione di aiuti come materassi, coperte e kit alimentari per l'assistenza ai nuovi arrivati. Finora sono stati distribuiti 3.500 materassi, 1.600 coperte, oltre a 500 kit alimentari, ognuno dei quali può sostenere una famiglia di quattro persone per un mese.
Sono in maggioranza donne e bambini coloro che hanno varcato la frontiera nelle ultime settimane. Oltre alle necessità più immediate - cibo, alloggio, cure mediche - hanno bisogno anche di sostegno psico-sociale, di cui si occupa il Ministero per gli affari sociali. L'UNHCR sostiene tale impegno e ha stabilito una presenza nel nord del paese, dove lavora a stretto contatto col ministero per valutare e attuare i necessari interventi nel settore della protezione.
L'UNHCR inoltre segue direttamente con il governo le preoccupanti informazioni riguardanti alcuni individui detenuti per soggiorno/ingresso irregolare e di alcuni che starebbero per essere respinti in Siria.