L'UNICEF ha lanciato un appello per 20,5 milioni di dollari, necessari per far fronte alle necessità di bambini e donne in Libia, così come di coloro che sono fuggiti nei paesi limitrofi.

L'appello dell'UNICEF fa parte del più ampio Regional Flash Appeal dell'ONU, che è stato ieri elevato a 403 milioni di dollari in ragione dell'aggravarsi della crisi.«Più si protrae la crisi libica, più preoccupante diventa la situazione umanitaria delle donne e dei bambini», ha dichiarato Shahida Azfar, Direttore regionale UNICEF per Medio Oriente e Nord Africa.

Negli ultimi tre mesi, circa 800.000 civili sono fuggiti dalla Libia verso Egitto, Tunisia, Algeria, Niger, Ciad e Sudan. A metà maggio, si stima che la popolazione coinvolta dal conflitto e bisognosa di assistenza umanitaria sia di oltre un milione di persone.

L'UNICEF ha risposto alle esigenze di centinaia di famiglie nei campi allestiti vicino alle frontiere, fornendo acqua potabile e servizi igienici adeguati, oltre che protezione per i bambini.Sin dai primi giorni della crisi, l'UNICEF ha inviato materiali sanitari di emergenza nella Libia orientale e tre navi cariche di aiuti a Misurata, la città costiera da mesi teatro di sanguinosi combattimenti.

Oggi, con la prosecuzione dei combattimenti, i bisogni umanitari sono in costante crescita. Una parte significativa delle attività dell'UNICEF in Libia riguarderà il settore educativo, con interventi per 3 milioni di dollari finalizzati a garantire ai bambini libici il diritto di tornare a scuola.

L'UNICEF lavorerà con i partner in Libia per fornire, a livello nazionale, orientamento tecnico e organizzativo per riaprire le scuole.L'UNICEF lavorerà anche per potenziare il sistema sanitario e scolastico in Tunisia, in modo da venire incontro alle necessità dei profughi libici ivi rifugiati.

«I bambini sono stati gravemente colpiti da questo conflitto. Il loro diritto di imparare, di giocare e di esprimersi è stato compromesso. L'UNICEF e le organizzazioni partner stanno lavorando per aiutare le comunità locali a creare spazi sicuri per tutti i bambini libici» ha concluso Azfar.

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