«Chi ha voluto trasformare la competizione elettorale in una rissa, ne ha pagato le conseguenze. E questa è senz'altro una buona notizia per la vita civile e democratica del Paese. Il primo auspicio è che si recuperi immediatamente, a partire dai ballottaggi, il rispetto delle persone e delle istituzioni». 

Il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, commenta con queste parole i risultati delle elezioni amministrative che hanno chiamato al voto milioni di cittadini in città e province importanti.

«Gli elettori - afferma Olivero - hanno mandato chiaramente un segnale di sfiducia nei confronti del Governo nazionale, che è parso più impegnato a rincorrere i guai del suo presidente del Consiglio piuttosto che risolvere i problemi delle famiglie e del Paese». 

«Milano in particolare - continua il presidente delle Acli - doveva essere un plebiscito nei confronti del premier. Gli elettori sembrano invece averlo punito, non sole per le difficoltà del Governo, ma anche per la sua condotta pubblica, e privata, irrispettosa delle istituzioni e delle persone. Stanchi di eccessi e contrapposizioni ideologiche, non solo a Milano, i cittadini hanno premiato profili di credibilità personale e politica, orientati alla soluzione dei problemi reali». 

«Tuttavia - aggiunge ancora Olivero - si fatica ancora a intravedere un'opposizione chiara, un'alternativa convincente sul piano nazionale. Le situazioni sono molto diverse da città a città, provincia per provincia. Anche il ?moderatismo' del terzo polo non paga se non è accompagnato da una proposta politica credibile e praticabile. Questo deve impegnare le forze di opposizione a trovare accordi e alleanze sulla base di proposte concrete e programmi condivisi, a partire dalle riforme di cui il Paese ha urgentemente bisogno». 

Il presidente delle Acli ne sottolinea quattro: un piano nazionale contro la povertà assoluta, un fisco rimodellato a misura familiare, la riforma del mercato del lavoro «per rilanciare l'occupazione e far uscire i giovani dalla condanna della precarietà», la riforma della legge elettorale «per poter tornare a scegliere i propri rappresentanti in Parlamento».

«La parte restante della legislatura - conclude Olivero - può essere il terreno di sfida, per maggioranza e opposizioni, per realizzare queste riforme o costruire su queste proposte un'alternativa credibile di governo

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