Secondo le segnalazioni giunte al Movimento Difesa del Cittadino i test rischiano di essere un boomerang in vista della diminuzione del tempo-scuola già dalla primaria, anche in Lombardia
Milano, 10/05/2011. "Non siamo contrari ai test in sé, certo è che misureranno una preparazione che già dal prossimo anno potrebbe non essere più garantita ai nostri figli" . E' questo il commento di Lucia Moreschi, presidente di Movimento Difesa del Cittadino Lombardia e Responsabile Nazionale del Dipartimento Junior, a fronte della partenza in tutta Italia dei test INVALSI che coinvolgeranno, ad esempio, solo per le scuole primarie, oltre 1 milione e 100 mila bambini.
"Siamo preoccupati sia per i tagli di organico che per l'effettiva riduzione di tempo-scuolasoprattutto nelle scuole primarie: solo in Lombardia a fronte di un aumento di circa 10 mila alunni verranno tagliati 4034 posti di cui ben 1425 nella scuola primaria".
Qual è il nesso? "La diminuzione delle compresenze, le classi superaffollate stanno portando progressivamente ad una scadenza di qualità del rapporto tra alunni e docenti, dovuta anche alla minore permanenza a scuola- afferma la responsabile- e dalle segnalazioni dei genitori giunte alla nostra associazione non tutti i comuni riusciranno ad implementare ed attivare servizi di doposcuola sufficienti a coprire le richieste, con educatori adeguatamente preparati".
Nelle scuole primarie dove non c'è il tempo pieno, infatti, con il nuovo anno, l'orario scolastico passerà a 30, 27 o 24 ore. "Questo vuol dire che, con il ritorno alla scuola part-time i bambini dovranno tornare a casa diversi pomeriggi alla settimana- precisa Moreschi- se sommiamo i disagi e dovendo fare i conti con i tagli ai bilanci comunali non è difficile prevedere un peggioramento dell'offerta, oltre che un incremento dei costi a carico delle famiglie ".
Conclude Lucia Moreschi: "
Tutti questi elementi non ci fanno altro che dedurre come sia difficile sperare in un miglioramento della preparazione dei nostri ragazzi. Senza dimenticare che non gioveranno,di certo, ai tempi di conciliazione lavoro-famiglia e, ovviamente, all'occupazione femminile".