Secondo l'autorevole dossier "Child Maltreatment", pubblicato ogni anno, nel 2009 negli Stati Uniti sono stati segnalati circa 65.000 abusi sessuali. In Inghilterra, secondo i dati del Department for Education, nel 2009 sono stati segnalati 2000 abusi sessuali. In Francia, sempre nello stesso anno, la linea "Allo Enfance Maltraitee" ha ricevuto circa 2800 denunce di abusi sessuali.

In Italia, secondo l'ISTAT, nel 2009 solo 492 atti sessuali con minorenni sono stati segnalati dalle Forze di Polizia all'Autorità Giudiziaria. Negli anni 2008, 2009 e 2010 sono state riferite a Telefono Azzurro 570 situazioni di abuso sessuale (giunte alle linee di ascolto e al 114 Emergenza Infanzia), ovvero, in media, 191 casi all'anno.
Nello stesso periodo di riferimento, il servizio di Telefono Azzurro per consentire a chi naviga in Internet di segnalare contenuti inadeguati o potenzialmente pericolosi per bambini e adolescenti, ha accolto 5.768 segnalazioni: il 26% si riferiva a materiale pedopornografico.

Gli abusi sessuali in Italia sono inferiori che nel resto del mondo? O forse è più ragionevole sostenere che in Italia è difficile parlarne più che in altri paesi? I dati disponibili in Italia sono pochi e lacunosi, e non rendono conto di un fenomeno che rimane in larghissima parte sommerso, anche a causa della sua natura. L'abuso sessuale sui minori in quanto rottura di un tabù estremamente radicato nelle società occidentali contemporanee, è una realtà che spaventa.

«Oltre alla parzialità dei dati, sul tema della pedofilia in Italia siamo costretti a registrare un grave ritardo legislativo - dichiara il Presidente di Telefono Azzurro Ernesto Caffo - In tal senso, Telefono Azzurro auspica che si concluda quanto prima l'iter di ratifica della Convenzione di Lanzarote, giunto ormai alla fase conclusiva».

Dai dati dal "Dossier Pedofilia 2011" di Telefono Azzurro è possibile trarre alcuni elementi utili a conoscere maggiormente e dunque ad intervenire più efficacemente su questo fenomeno.

In base alle segnalazioni pervenute alle linee di ascolto di Telefono Azzurro (364 situazioni riferite tra il 2008 e il 2010), il 68,4% delle vittime di abusi sessuali sono bambine e adolescenti femmine e il 55,8% delle vittime ha generalmente un'età inferiore agli 11 anni. Le femmine subiscono in misura maggiore toccamenti (120 casi femmine vs 55 maschi) e abusi con penetrazione (42 femmine vs 13 maschi). Più spesso dei maschi, inoltre, ricevono proposte sessuali di tipo verbale (37 casi). I maschi sembrano essere più spesso costretti ad assistere ad atti sessuali (16 casi) oltre che a penetrazioni anali (12 casi).

Nel 90% dei casi le vittime degli abusi sono minori italiani; nel restante 10% si tratta invece di bambini e adolescenti stranieri, provenienti principalmente da Paesi dell'Est.

Chi sono gli abusanti? Anche in questo caso i dati raccolti da Telefono Azzurro smentiscono il luogo comune secondo il quale il pedofilo è quasi sempre un estraneo. Dall'indagine emerge infatti come nella maggior parte dei casi gli abusi sessuali siano commessi da persone appartenenti al nucleo familiare: padri, madri, nonni, nuovi conviventi/coniugi e altri parenti. Se solo il 9,6% riguarda soggetti estranei, negli altri casi si tratta di soggetti esterni alla famiglia ma comunque conosciuti: tra questi spiccano gli amici di famiglia (11% circa), gli insegnanti (9,1%) e i vicini di casa (4,8%). L'1% circa delle segnalazioni al Telefono Azzurro riguarda figure religiose. Le donne autrici di abusi sessuali rappresentano il 12,8% delle segnalazioni pervenute; gli abusi praticati sono sia di tipo "attivo", cercati per motivi di piacere o di denaro, sia "assistito", ossia compiuti da altri che generalmente sono i compagni, taciuti e in alcuni casi facilitati.

A favorire il sommerso è anche il fatto che molti casi di abuso avvengono in contesti sociali legati a istituzioni come la scuola o la chiesa, le quali, per tutelarsi dal grave danno di immagine che ne conseguirebbe, possono cercare di insabbiare o rimuovere episodi di questo tipo.

In generale, sussiste un'errata percezione del fenomeno della pedofilia, che porta a considerare i pedofili come figure estranee, non integrate: come orchi, appunto. La realtà è invece ben diversa.Il pedofilo non è un soggetto facilmente identificabile come "problematico": egli è invece abile nel mimetizzarsi all'interno della comunità e a sfruttare tutte quelle situazioni che favoriscono il contatto con i bambini. Si tratta spesso di persone che i bambini conoscono bene, nelle quali ripongono fiducia, abbassando così le difese e finendo così per trovarsi in una condizione di "fragilità" emotiva.Internet e le nuove tecnologie, inoltre, forniscono ulteriori strumenti che facilitano il contatto con bambini e adolescenti fino a culminare nei casi di adescamento on line (il cosiddetto "grooming").

"Tutto questo contribuisce a rendere la pedofilia un fenomeno pervasivo e multiforme che la società tende a rimuovere - afferma Ernesto Caffo - per questo è necessario affrontarlo con un approccio "multiagency", un lavoro sinergico tra diverse figure professionali e operatori adeguatamente formati e competenti, ma anche con l'impegno attivo e costante di tutta la società. Oggi non c'è chiarezza su cosa sia davvero l'abuso sessuale e questo rende più difficile prevenirlo, ma anche curarne le conseguenze. La scarsità delle denunce in Italia rispetto ad altri paesi è il risultato dell'assenza di adeguati interventi di informazione e sensibilizzazione che il Governo e tutte le istituzioni non possono più rimandare".

La prevenzione ed il contrasto dell'abuso sessuale e della pedofilia sono, da sempre gli obiettivi prioritari per Telefono Azzurro.L'ascolto e la consulenza telefonica rappresentano attività fondamentali per il contrasto dell'abuso e della pedofilia. I casi di abuso sessuale - insieme a tutti gli altri casi relativi a situazioni di disagio, abuso e maltrattamento - vengono gestiti attraverso le linee telefoniche 19696 (per bambini e adolescenti fino a 18 anni) e 199151515 (per genitori, educatori e altri adulti).
I casi di emergenza sono invece gestiti dal 114 Emergenza Infanzia, per conto del Dipartimento delle Pari Opportunità.

I ventiquattro anni di attività dell'Associazione hanno visto la nascita di nuovi progetti che - sulla scia dei mutamenti avvenuti sul piano socio-culturale - sono andati ad affiancarsi e ad integrare le attività di ascolto, come la consulenza via chat, raggiungibile attraverso i siti www.azzurro.it e www.114.it

"Non vi sono contesti o realtà che possano dichiararsi immuni da questo fenomeno, così come non si può pensare di contrastarlo operando su un unico fronte: è invece necessaria un'azione congiunta a tutti i livelli e con il coinvolgimento di tutti gli attori sociali, nessuno escluso - prosegue Caffo - il Governo e le Istituzioni, a maggior ragione, devono dare un impulso concreto alla creazione degli strumenti necessari al monitoraggio, alla cura e alla prevenzione della pedofilia".

"La creazione di una cultura di prevenzione - prosegue Caffo - deve costituire l'obiettivo primario nella lotta alla pedofilia. Le vittime devono essere aiutate a parlare, superando timore e vergogna, genitori e insegnanti formati a riconoscere correttamente i fattori di rischio e i primi segnali di un disagio. Per fare questo, Telefono Azzurro si impegna quotidianamente: con le linee d'ascolto, nelle scuole e anche sulla rete, con strumenti come la chat che consentono di intercettare e prevenire situazioni di disagio o pericolo. Per un'azione di reale contrasto di un fenomeno così complesso come la pedofilia, una giornata non è abbastanza - conclude Caffo - occorre un'assunzione di responsabilità ampia e condivisa e risposte concrete da tutti, Governo, Parlamento e istituzioni per primi»..

Ufficio Stampa SOS Telefono Azzurro Onlus Tel 06 95219213 - 214Simona Saraceno simona.saraceno@azzurro.it 348/7908056Martina Antinucci martina.antinucci@azzurro.it 348/7908063

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