Se è vero che la finanza orienta lo sviluppo, chi orienta la finanza? Entro quali margini politica, istituzioni pubbliche, tessuto produttivo e società civile possono contribuire a definire scopi e priorità del sistema economico-finanziario, riportando al centro diritti e doveri della persona? Se ne parlerà da
mercoledì 11 a venerdì 13 maggio 2011 nella sede del gruppo Abele (Corso Trapani 91/b, Torino), a "Join for Change, Compartimos 2011", appuntamento dedicato alla finanza nel suo legame, necessario e imprescindibile, con la società.
Promossa dal Gruppo Abele, dal consorzio finanziario per il microcredito Etimos e dalla neonata Etimos Foundation, la tre giorni scandaglierà il rapporto fra finanza e legalità attraverso una rilettura degli strumenti finanziari che se da una parte offrono mezzi per coprire le attività illecite, dall'altra sostengono le esperienze di utilizzo sociale dei beni sottratti alla criminalità (mercoledì 11 maggio); le prospettive della green finance come veicolo di sviluppo e strumento di investimento (giovedì 12 maggio); la capacità di tenuta alla crisi dimostrata, numeri alla mano, dalla finanza cooperativa e il suo ruolo nella congiuntura presente e negli scenari futuri (venerdì 13 maggio).
A Join for Change un dibattito di respiro internazionale sui temi di più forte attualità che vedrà confrontarsi le diverse espressioni del sistema bancario e finanziario con associazioni e movimenti, istituzioni, politici, esperti del settore. Saranno passate in rassegna anche le principali realtà di finanza alternativa che, spesso lontane dalla luce dei riflettori, hanno dato prova della loro solidità specie in questi ultimi difficili anni. Fra i relatori, don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele di Torino e dell'Associazione Libera contro le Mafie, Jean-Louis Bancel, presidente di Crédit Coopératif e ICBA (International Co-operative Banking Association), Fabio Salviato, presidente di FEBEA (Federazione Banche Etiche e Alternative Europee), Pierluigi Stefanini, presidente di Unipol Gruppo Finanziario, Gian Carlo Caselli, procuratore capo della Repubblica di Torino, Monica Frassoni, presidente del partito Verde europeo (programma completo in allegato).
«Prima che economica, la crisi che stiamo vivendo è etica, politica, culturale - dichiara don Ciotti -. La finanza, come l'economia, deve rimettere al centro la persona e porsi come obiettivo prioritario la risposta ai suoi reali bisogni. In altre parole deve tornare ad investire sulla risorsa più importante: il capitale umano. Costruire una cornice di legalità e trasparenza, a partire dalla tracciabilità dei flussi finanziari, è indispensabile alla crescita economica: senza diritti lo sviluppo economico non potrà mai tradursi in progresso sociale».
«Mercato e valore sociale non possono che correre su binari paralleli» concorda Marco Santori, presidente di Etimos, il consorzio finanziario internazionale con sede a Padova che per primo in Italia ha investito nel microcredito a sostegno dei paesi in via di sviluppo. «Lo dimostra la crescita esponenziale di strumenti come il microcredito e il commercio equo, che hanno superato indenni lo scoglio della crisi. Non siamo più una nicchia. Da questa consapevolezza è nata Etimos Foudation, la fondazione di partecipazione che affianca e completa le attività di intermediazione finanziaria di Etimos con un lavoro di promozione culturale e di networking, per riunire attorno allo stesso tavolo voci diverse e autorevoli nel panorama della finanza, dell'economia e dello sviluppo sostenibile, in Italia e nel mondo».
Consorzio Etimos e Etimos Foundation sono rispettivamente un consorzio finanziario internazionale e una fondazione di partecipazione, entrambi con sede centrale a Padova, che si occupano da decenni di economia sociale, finanza per lo sviluppo e microfinanza. Riuniscono una base sociale ampia ed eterogenea, in Italia e all'estero: istituti bancari di matrice cooperativa e sociale, istituzioni di micro finanza attive nei paesi in via di sviluppo, cooperative di produzione legate ai circuiti dell'equosolidale e del biologico, attori della cooperazione, diocesi e istituti religiosi, associazioni e Ong. Anche per questo nelle loro attività, operative e culturali, si caratterizzano per una prospettiva internazionale e un approccio che privilegia il confronto tra una pluralità di posizioni, piuttosto che una loro sintesi a priori.
Gruppo Abele è un'associazione nata a Torino nel 1965 attorno a Don Luigi Ciotti. Il suo impegno è di cercare di saldare accoglienza, cultura e politica. Per questo la vicinanza a chi è in difficoltà si accompagna con lo sforzo per rimuovere gli ostacoli che creano emarginazione, disuguaglianza e smarrimento. Attualmente l'operatività del Gruppo Abele si articola in circa sessanta attività diverse. Fra queste, servizi a bassa soglia, comunità per problemi di dipendenza, spazi di ascolto e orientamento, progetti di aiuto alle vittime di tratta e ai migranti e uno sportello di mediazione dei conflitti. E ancora un centro studi e ricerche, una biblioteca, un archivio storico, una libreria, due riviste, percorsi educativi rivolti a giovani, operatori e famiglie. Il Gruppo Abele anima inoltre progetti di cooperazione allo sviluppo in Africa e un consorzio di cooperative sociali che dà lavoro a persone con storie difficili alle spalle.