Ai lavori partecipano rappresentanti della società civile italiana e Sergio Marelli presidente del Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare, importante presenza per riportare risultati e affinare le relazioni internazionali in preparazione della mobilitazione di settembre in occasione dello Speciale Forum Fao previsto dal 18 al 20 settembre 2006 a 10 anni di distanza dal Summit Mondiale sull'alimentazione del 1996. "Sarà il momento in cui si dovranno valutare i progressi compiuti dai governi per il raggiungimento del primo Obiettivo del Millennio, sradicare la povertà e la fame nel mondo" - comunica Volontari nel mondo - Focsiv.
All'ordine del giorno della Consultazione e della Conferenza di Riga tre tematiche su cui confrontarsi: il ruolo della Fao nella promozione dei beni pubblici globali; la promozione degli Obiettivi del Millennio attraverso uno sviluppo rurale sostenibile; e la riforma della Fao nell'ambito della riforma delle Nazioni Unite. "La questione della promozione dei beni pubblici globali - afferma Sergio Marelli - e dei diritti da garantire ad ogni essere umano sono al centro delle richieste della società civile. E' inconcepibile ed inaccettabile che nel terzo millennio ancora 864 milioni di persone soffrano la fame e la malnutrizione; ogni anno muoiono per questo scandalo 10 milioni di persone".
"Il dato è drammatico per i Paesi in via di sviluppo, ma assume sempre più dimensioni allarmanti anche nei Paesi del Nord e dell'Europa, in particolare - continua Marelli. E' l'ennesimo indicatore che il modello di sviluppo economico e produttivo imperante non è rispettoso dei diritti fondamentali delle persone e va urgentemente corretto. Il disimpegno della UE, già notato alla Conferenza mondiale sulla riforma agraria di Porto Alegre dello scorso 7 - 10 marzo, si riconferma anche per Riga: in una questione così importante anche per i nuovi stati membri e per le loro economie ancora vulnerabili, nessun contributo arriva dalla Commissione Europea per facilitare la partecipazione delle Ong dei Paesi dell'Europa dell'Est". "La prima richiesta avanzata alla Fao dalle Ong nella Consultazione in questa prima giornata di lavori è stata quella di prevedere nel corso della Conferenza un intervento di un rappresentante della società civile per riportare i risultati della nostra Consultazione e di inserire negli atti ufficiali della Conferenza le raccomandazioni e le mozioni che verranno elaborate in questi due giorni di Consultazione. Questo sarebbe necessario - conclude Marelli - per dare continuità allo stile di concertazione permanente che ha caratterizzato sino ad oggi le decisioni assunte dalla Fao".
E nei giorni scorsi un appello alle Regioni italiane perché inseriscano nei loro piani di sviluppo rurale il rispetto della sovranità alimentare nel nord e nel sud del mondo è stato lanciato dalla campagna "EuropAfrica-Terre contadine", coordinata dalle ong Terra Nuova e Crocevia e altri membri del Gruppo d'appoggio al movimento contadino dell'Africa occidentale. Obiettivo della campagna di pressione 2006 per un'agricoltura più sostenibile in Africa come nella nostra Italia è soprattutto quello di modificare gli Accordi di Partenariato Economico che l'Unione Europea sta negoziando con le sue ex colonie. "Ci siamo rivolti ai presidenti delle Regioni, chiedendo un ordine del giorno alla Conferenza Stato-Regioni, perché in Africa parta successivamente una politica agricola comune e perché la base delle politiche agricole siano le agricolture familiari" - ha dichiarato Antonio Onorati, responsabile della ong Crocevia, una delle organizzazioni che promuovono la campagna.
L'europarlamentare Vittorio Agnoletto ha riferito alcune cifre ottenute rielaborando i dati dell'Undp: "Con una simulazione abbiamo cercato di capire cosa accadrebbe qualora gli accordi europei relativi all'agricoltura (Epa) entrassero in funzione, come vorrebbe l'Ue". Un esempio? Il Burundi, paese che "avrebbe un effetto positivo, perché togliendo barriere e dazi ne avrebbero un vantaggio i piccoli consumatori, pari a 1.825 milioni di dollari; ma quanto perderebbe il Paese per lo smaltimento delle tariffe? 7.674 milioni di dollari, e la quota di commercio dirottata a favore Ue sarebbe di 13.443 milioni di dollari, con un saldo negativo complessivo di 19.782 milioni di dollari. Se guardiamo al Pil del Burundi 2004 (pari a 653 milioni di dollari), emerge che il saldo negativo farebbe crollare del 3% il Prodotto interno lordo del paese africano: una percentuale non indifferente". Quindi Agnoletto definisce gli Epa "l'ennesima rapina liberista europea ai paesi africani, una nuova fase del colonialismo europeo rispetto all'Africa, dalla questione dei sussidi all'esportazione dei prodotti agricoli. Se chiediamo all'Africa di togliere i dazi in nome del liberismo, si crea una competizione tra disuguali; gli accordi Epa affermano che tutti i paesi sono uguali ma non è vero".
Del problema Epa si discuterà a Vienna durante l'Assemblea interparlamentare tra Acp (Africa Caraibi Pacifico) e Ue, in programma dal 17 al 23 giugno; parteciperanno 76 parlamentari Ue e 76 Acp. "In vista di questo appuntamento, la pressione della società civile deve essere alta: non stiamo parlando solo di solidarietà nei confronti dell'Africa, ma dei sussidi che andranno alle multinazionali e non ai contadini europei". [GB]