Uno «sfregio alla democrazia». Duro il commento delle Acli alle parole pronunciate ieri dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sulle motivazioni che hanno indotto il Governo ad adottare la moratoria sul nucleare. Una scelta dettata esplicitamente dalla volontà di evitare il referendum per riproporre il nucleare "tra un paio d'anni, con un opinione pubblica più favorevole".  

«Avevamo espresso soddisfazione per la marcia indietro del governo sul nucleare», afferma Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli. «Speravamo fosse, se non un ripensamento, almeno una presa d'atto della volontà popolare, non un mero escamotage per aggirarla. Le parole del premier manifestano invece una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini italiani, considerati incapaci di prendere la decisione giusta, non abbastanza intelligenti per decidere del proprio futuro. Ed è sorprendente per un uomo politico che vive di sondaggi e di forte empatia con buona parte della popolazione italiana». 

«Ma soprattutto - aggiunge Olivero - la "confessione" del presidente del Consiglio rappresenta uno sfregio alla democrazia, perché ne mortifica pubblicamente una delle forme principali di espressione democratica, il referendum popolare, e vanifica l'impegno di milioni di cittadini impegnati nella raccolta delle firme. I referendum si possono contrastare in molti modi, dall'opposizione diretta all'invito all'astensione, ma non si possono ingannare e prendere in giro i cittadini che si sono spesi per la democrazia e la partecipazione». 

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