Ogni giorno vengono uccisi due pedoni sulle strade italiane, 667 nel 2009. Un terzo di questivengono travolti mentre attraversano sulle strisce. Mai come in questo caso, dunque, letragedie sono causate soprattutto dal mancato rispetto delle regole. Sono colpiti in modoparticolare gli anziani, penalizzati per non essere più scattanti e abili a schivare auto o motoche arrivano a tutta velocità.
Il 57% delle vittime ha infatti più di 65 anni.

Per contrastare questa strage serve un cambiamento prima di tutto culturale. È questol'impegno della campagna nazionale per la sicurezza degli utenti deboli della strada"Siamo tutti pedoni", che torna per la quarta edizione a ricordarci che i pedoni non sono "glialtri", ma lo siamo tutti. Come ogni anno il Movimento Difesa del Cittadino (MDC) hadeciso di aderirvi per sensibilizzare non solo le istituzioni, ma anche l'opinione pubblica arispettare il codice della strada e in particolare i limiti di velocità che sono la prima causa diincidenti.

La novità positiva di quest'anno è che finalmente anche il codice della strada italiano si èadeguato a quello degli altri paesi europei ed esplicita in modo chiaro che in stradaprima di tutto vengono i diritti dei pedoni. Dal luglio scorso, infatti, l'articolo 191 recitache "i conducenti devono dare la precedenza [?] ai pedoni che si accingono ad attraversare"sugli attraversamenti pedonali. Nell'espressione "si accingono" si condensa una conquistanormativa fondamentale: automobilisti e motociclisti sono tenuti a fermarsi in presenza dipedoni che attendono di attraversare sulle strisce pedonali e non solo quando questi abbianogià, in qualche modo, cominciato l'attraversamento.

"Siamo tutti pedoni" si svolge sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Coordinal'iniziativa il Centro Antartide di Bologna con la collaborazione dell'Osservatorio perl'Educazione Stradale e la Sicurezza della Regione Emilia-Romagna. "Siamo tutti pedoni": avoler sottolineare che anche chi è alla guida di un'auto o di una moto tornerà prima o poi con ipiedi per terra. La campagna vuole sensibilizzare, in particolare, al rispetto dei limiti divelocità, un tema cruciale per l'incolumità dei pedoni.
Una persona investita a 30 km/h hainfatti il 90% di possibilità di sopravvivere, mentre se viene travolta ai 60 km/h non hapraticamente speranza. Una cultura del rispetto del pedone non è solo una questione di civiltà,ma anche di benessere e di sostenibilità. Camminare fa bene alla salute delle persone edell'ambiente, non inquina e consuma energia rinnovabile. "Siamo tutti pedoni", dunque, unaconstatazione, ma anche un invito.

Per maggiori informazioni e per scaricare il libretto della campagna www.siamotuttipedoni.it

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