Il Segretariato Internazionale di Amnesty International ha lanciato un'azione urgente per chiedere al prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, di fermare immediatamente tutti gli sgomberi forzati degli insediamenti rom di Roma.
Dall'inizio di aprile almeno 30 insediamenti non autorizzati sarebbero stati oggetto di sgomberi forzati e c'è il timore che altri insediamenti siano a rischio d'imminente sgombero forzato.
Il 18 aprile, sono state sgomberate le famiglie rom residenti nell'insediamento di via Severini e quelle che vivevano nell'ex stabilimento abbandonato della Mira Lanza. Il 20 aprile è stata la volta dell'insediamento di via del Flauto. Oggi, 22 aprile, è iniziato lo sgombero del campo di via dei Cluniacensi, abitato da circa 300 persone rom di nazionalità romena, il 65 per cento delle quali costituito da minori.
Il 6 aprile il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, riferendosi alla nuova ondata di sgomberi, aveva affermato che dovevano essere eseguiti con urgenza per evitare che i migranti irregolari in arrivo dalla Tunisia trovassero rifugio nei campi non autorizzati.
Secondo quanto riferito ad Amnesty International dalle Organizzazioni non governative locali, gli sgomberi sono stati eseguiti senza previa notifica o consultazione delle comunità interessate. Solo alle donne e ai bambini è stata provvisoriamente offerta una sistemazione alternativa nel Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto, rifiutata in quasi tutti i casi in quanto le famiglie non vogliono essere divise.
Se di recente erano stati portati a termine sgomberi di insediamenti non autorizzati di minore dimensione, gli insediamenti in questione sono tra i più grandi di Roma. Al termine dell'ultimo sgombero, oltre 1000 persone, comprese donne incinte e molti bambini, saranno state lasciate senza un tetto. Di fronte alla mancanza di sicurezza e alle condizioni di vita inadeguate nei campi, la soluzione non può essere costituita dagli sgomberi forzati, che lasciano le comunità interessate in condizioni abitative e di vita peggiori.
Nell'azione urgente, i cui appelli vengono inviati per conoscenza anche al sindaco di Roma Gianni Alemanno e al ministro dell'Interno Roberto Maroni, Amnesty International chiede inoltre al prefetto Pecoraro di assicurare che gli sgomberi saranno considerati solo come la soluzione estrema ed eseguiti in pieno accordo con le garanzie previste dagli standard europei e internazionali sui diritti umani, che prevedono un'autentica consultazione e la messa a disposizione di un alloggio alternativo adeguato per tutte le persone colpite, senza che sia necessario dividere le famiglie. Alle comunità rom colpite dagli sgomberi forzati dovranno messi a disposizione alloggi alternativi adeguati.
Amnesty International, infine, chiede di sospendere immediatamente il "Piano nomadi" e disporre il suo riesame, consultando le comunità interessate, assicurando che la revisione del piano preveda soluzioni per l'alloggio alternativo adeguato per le comunità colpite dai provvedimenti, in linea con il diritto internazionale dei diritti umani ed evitando di perpetuare la segregazione.
Il "Piano nomadi" è un controverso piano abitativo che spiana la strada allo sgombero forzato di migliaia di rom e il reinsediamento della maggior parte di essi, ma non tutti, in campi nuovi o ampliati all'estremità della capitale. La sua attuazione ha avuto l'unico risultato di trascinare ancora di più le comunità colpite in un ciclo di sgomberi forzati e di distruggere ogni possibilità d'integrazione e d'inclusione sociale.