Cosa pensano i giovani della violenza sulle donne? Quali le loro rappresentazioni del rapporto tra i generi? Quali stereotipi affondano radici già nelle giovani generazioni? Gli adolescenti sono sessisti? E ancora, compaiono atteggiamenti violenti nelle relazioni di cui loro stessi sono protagonisti? Come sono giudicati? A queste e altre domande ha cercato di dare risposta la ricerca "Violenza sulle donne.

I giovani come la pensano?", promossa dalla Commissione Regionale Pari Opportunità e condotta da CREL Veneto (Conferenza regionale sulle dinamiche economiche e del lavoro).

A essere interpellato un campione di 1587 giovani veneti (788 maschi e 788 femmine) di età scolare tra i 14 e i 21 anni, frequentanti le classi seconde e quarte di 13 scuole superiori (licei, istituti tecnici e professionali).

I risultati saranno presentati in una tavola rotonda giovedì 21 aprile alle ore 14.30 a Villa Cordellina, Montecchio Maggiore (Vicenza). Ai saluti di apertura di Attilio Schneck, presidente della Provincia di Vicenza, seguiranno la presentazione della ricerca da parte dei curatori Mario De Amicis, Nadia Monacelli e Tiziana Mancini, tutti del Crel Veneto, e gli interventi della presidente della Commissione regionale per le Pari opportunità tra uomo e donna Simonetta Tregnago, del questore di Vicenza Angelo Sanna e dei dirigenti scolastici di alcuni istituti coinvolti. A concludere i lavori sarà l'assessore regionale ai Diritti umani e Politiche di genere Maria Luisa Coppola. Coordina la giornalista Marta Giacometti.

Partendo proprio dalle informazioni raccolte attraverso la somministrazione di un questionario, l'obiettivo ultimo dell'indagine è progettare e proporre specifiche azioni di contrasto e prevenzione al fenomeno della violenza. Tra gli aspetti indagati, la rappresentazione del rapporto di coppia e delle asimmetrie di genere, nonché le stereotipie di genere. Rispetto ad essi, l'elaborazione delle risposte al questionario ha fatto emergere complessivamente tre profili dei giovani veneti: più numerosi i tradizionalisti, in prevalenza ragazzi, favorevoli al mantenimento delle relazioni asimmetriche che riconoscono come frequenti nella società; gli inconsapevoli, che hanno un atteggiamento benevolo nei pregiudizi e hanno bassissimi indici di stereotipia, percepiscono come poco frequenti i rapporti asimmetrici nella coppia; infine, gli egalitari (soprattutto femmine e provenienti dai licei), che esprimono il minor grado di sessismo, ma si collocano in una posizione intermedia per ciò che riguarda gli stereotipi di genere.

E rispetto alla violenza di coppia, quali significati attribuiscono ad essa i ragazzi? La sua valutazione compare condizionata dal tipo di atto e dal sesso dell'autore. È senz'altro lo schiaffo l'atto percepito come più frequentemente agito sia dagli uomini che dalle donne; ma la "causa" è considerata più grave dell'"effetto" quando il comportamento violento sia provocato dal tradimento.

Ad essere esplorate anche le relazioni amorose degli adolescenti intervistati, per comprendere come in esse sperimentino l'essere coppia e agiscano le differenze tra i generi, nonché per indagare se e in che misura contengano forme di aggressività e di violenza. Rare le esperienze vissute di violenza (diretta o indiretta), secondo quanto percepito e riferito dagli studenti: sono i ragazzi più delle loro compagne ad ammettere di essere più spesso stati vittima di una situazione di controllo, schiaffo o restrizione della libertà e/o di avere tradito da parte della propria ragazza. Ed è la gelosia a costituire per i ragazzi e le ragazze movente d'eccezione, a fronte del quale anche uno schiaffo può essere perdonato.

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