"L'innovazione ha vinto ancora una volta contro il vecchio modo di fare industria e di questo non possiamo che essere felici, visto che la battaglia per il divieto di commercializzare shopper di plastica usa e getta l'abbiamo portata avanti con convinzione fin dall'inizio".

Così Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente commenta la sentenza di conferma del Consiglio di Stato, dopo quella del Tar del Lazio, del divieto di commercializzazione delle buste di plastica in vigore dallo scorso primo gennaio, che arriva dopo il ricorso di Unionplast e quattro aziende produttrici di shopper non biodegradabili contro il Ministero dell'Ambiente a fianco del quale, invece, si era schierata l'associazione ambientalista.

"Anche questa sentenza - aggiunge Ciafani - conferma la bontà di un provvedimento che guarda al futuro dell'ambiente e alla salute di persone e animali che in questo vivono. La pericolosità delle buste di plastica usa e getta disperse in natura è infatti cosa ormai ben nota anche nel Mediterraneo dove si calcola che galleggino ben 500 tonnellate di rifiuti plastici che causano ogni anno la morte di migliaia di cetacei e esemplari di altre specie marine. E' per questo che la stessa Commissione europea sta studiando a livello comunitario una misura analoga al bando italiano".

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