'Donne, democrazia e rappresentanza', i temi al centro della 2^ Assemblea Nazionale della categoria devono essere una vera e propria "battaglia di civiltà".

Dare continuità al movimento nato il 13 febbraio 'Se non ora quando?' per rivendicare politiche attive e di inclusione che abbiano l'obiettivo di portare ad una reale parità tra uomo e donna in tutti gli ambiti della società
Ripartire dal lavoro per riconquistare dignità e diritti delle donne ponendole al centro dell'agenda politica.

E' l'imperativo emerso nella 2^ Assemblea Nazionale delle donne FLAI CGIL, la categoria del settore agro-alimentare, dal titolo 'Donne, democrazia e rappresentanza' che si è svolta il 12 aprile nel Teatro 10 di Cinecittà a Roma. Una grande iniziativa tutta al femminile che ha visto la testimonianza di donne e sindacaliste della categoria che ogni giorno si trovano a fare i conti con le difficoltà che la società di oggi impone loro: precarietà, conciliazione tra tempi di lavoro e di vita, discriminazione e disuguaglianza tra uomini e donne.

Una platea di circa 800 persone, lavoratrici, ma anche lavoratori, perchè come ha spiegato la Segretaria Generale della FLAI CGIL, Stefania Crogi "gli uomini della FLAI hanno ampiamente dimostrato di essere quel genere di uomini che vuole rompere il silenzio e lottare al fianco delle donne".Scopo dell'Assemblea è stato anche quello di dare continuità al movimento 'Se non ora quando?' che il 13 febbraio ha portato nelle piazze di tutta Italia migliaia di donne unite nella rivendicazione di una società diversa in cui la donna non venga vista come oggetto, ma come individuo che con le proprie forze e capacità tenta di emergere da una situazione che oggi risulta "drammatica".
"La concezione della donna nel nostro paese deve essere completamente ribaltata e la questione femminile deve essere rimessa con forza al centro dell'agenda politica". E' quanto ha dichiarato Stefania Crogi, ribadendo come ciò sia una vera e propria "battaglia di civiltà" poiché ha spiegato "in Italia le donne vivono ancora in una condizione di profondo disagio e disuguaglianza, hanno una rappresentanza politica esigua e non all'altezza di un paese moderno, democratico ed europeo, non hanno - ha proseguito - facilmente accesso al mercato del lavoro e vengono sostanzialmente discriminate per la loro condizione di madri o perchè, loro malgrado, devono farsi carico della famiglia".

Secondo Crogi è giunto il momento in cui "tutti facciano qualcosa per rovesciare questa situazione - ha detto - e per mettere in campo delle politiche attive e di inclusione che abbiano l'obiettivo di portare ad una reale parità tra uomo e donna in tutti gli ambiti della società". Le donne nel settore agro-alimentare. In Italia le donne impiegate nel settore dell'agro-alimentare, secondo le stime FLAI CGIL, sono 650mila (36% del totale), delle quali circa 400mila occupate in agricoltura e 250mila nelle aziende di trasformazione dell'industria alimentare. In particolare è nel Mezzogiorno che le donne trovano più facilmente occupazione nel settore agricolo, la regione che risulta più 'rosa' è, infatti, la Puglia.

Mentre nell'industria la presenza femminile è maggiore al nord dove in Piemonte raggiunge le 117mila unità. Tuttavia, la FLAI denuncia due gravi discriminazioni nei confronti del genere femminile nel settore: la busta paga differenziata tra uomini e donne, soprattutto nel Mezzoggiorno, nonostante ciò non sia previsto dal Contratto nazionale e l'inquadramento errato delle lavoratrici, che percepiscono un salario inferiore rispetto alla qualifica. Donne e contrattazione.
Migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle donne è l'obiettivo delle norme inserite nei nuovi Contratti nazionali siglati dalle Organizzazioni sindacali e dalle imprese del settore agricolo, che devono basarsi su: la parità tra uomo e donna nei posti di lavoro; il superamento delle differenze di genere nell'attribuzione delle mansioni; l'eliminazione degli ostacoli che non consentono alle lavoratrici di sviluppare percorsi di crescita professionale; la tutela delle lavoratrici madri e la sconfitta delle molestie sessuali e del mobbing sul posto di lavoro. Lavoro, tempo e responsabilità: tre parole da riconiugare.
"Bisogna riscoprire le parole che sono necessarie, ma che con il tempo hanno perso valore: lavoro, tempo e responsabilità", è quanto ha affermato il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso nel corso dell'Assemblea Nazionale della FLAI. Per quanto riguarda il lavoro, secondo la leader della CGIL è necessario riscoprirne la "soggettività", che oggi ha perso importanza; per il secondo termine, il tempo, ricordando la conquista delle 8 ore da parte delle donne italiane, Camusso ha spiegato che "è la cifra che ha sempre riguardato la vita delle donne", con il loro bisogno di conciliare tempi di lavoro e di vita, ma ha avvertito "oggi deve essere anche il tempo dell'urgenza politica".

Infine ha proseguito Camusso tempo e lavoro si coniugano in una terza parola che è 'responsabilità', "noi siamo in un momento in cui non basta capire che c'è una crisi che persiste - ha detto -, ma bisogna prendersi la responsabilità di dire che c'è bisogno di un cambiamento". A questo proposito Camusso ha ribadito le ragioni dello Sciopero Generale proclamato dalla Confederazione per il 6 maggio, "la nostra è stata una scelta di responsabilità - ha ricordato la dirigente sindacale -.
Non si poteva aspettare che la 'nottata' passasse, perchè la 'nottata' da sola non passa".
Una mobilitazione che, secondo Camusso, non dovrà coinvolgere solo gli iscritti alla CGIL, ma "tutti i lavoratori" perchè "insieme si può cambiare il Paese". Secondo la leader della CGIL, bisogna che in Italia cambi l'agenda politica, e "la prima questione da affrontare è il lavoro: bisogna difendere quello che c'è - ha concluso Camusso - e crearne di nuovo per chi non ce l'ha".

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