Milano,13 aprile 2011. Il diritto alla salute, secondo la legge italiana, è garantito anche per i cittadini privi di permesso di soggiorno (art. 35 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286) tramite l'erogazione del codice Straniero Temporaneamente Presente (STP).
Tra novembre 2010 a metà marzo 2011 il Naga, a partire da un campione di 560 pazienti che si sono rivolti presso l'ambulatorio medico dell'Associazione, ha svolto un'indagine qualitativa sul campo per verificare l'effettiva prassi quotidiana dei singoli ospedali milanesi in relazione all'accesso alle cure per i cittadini stranieri irregolari e all'applicazione della normativa sanitaria in materia.

"Crediamo che il livello di accesso alle cure per i cittadini stranieri possa essere inteso come un termometro del grado di accoglienza e civiltà di un territorio" dichiarano Stefano Dalla Valle e Gugliemo Meregalli, i due medici volontari che hanno coordinato la ricerca. "Abbiamo quindi voluto verificare, con un'indagine sul campo, quale fosse il grado di salute del nostro territorio e abbiamo riscontrato una situazione sconfortante: una prassi disomogenea, una parziale disapplicazione della normativa, un'erogazione e una gestione del codice STP inefficiente e inefficace con la conseguente grave esclusione dal godimento del diritto alla salute per moltissimi cittadini stranieri irregolari bisognosi di cure", proseguono i due medici.
"Si osservano comportamenti che variano da quelli del tutto corretti a quelli di Strutture Sanitarie che negano anche un'assistenza sanitaria minima; a questo si accompagna una frequente mancanza d'informazione sia degli operatori sanitari che dei cittadini stranieri ed emergono alcune ?storie esemplari' che, seppur statisticamente non significative, testimoniano le difficoltà che i cittadini stranieri incontrano anche nell'accesso ai servizi sanitari. Sinteticamente possiamo dire che i cittadini stranieri irregolari che necessitano di cure soffrono una doppia malattia: quella organica e quella derivante dal mancato accesso alle cure" concludono Dalla Valle e Meregalli.

Durante la ricerca, in 455 casi il medico volontario Naga ha "risolto il caso" all'interno della visita stessa. Su 23 pazienti osservati dopo l'accesso al Pronto Soccorso, in 18 casi il codice STP non è stato assegnato, o è stato assegnato, ma al paziente non sono state garantite le cure successive. Il Naga ha inoltre inviato - e in alcuni casi anche accompagnato - 82 pazienti, affetti da malattie croniche anche rilevanti, presso le strutture ospedaliere milanesi con richiesta di rilascio del codice STP.

Nel 61,6% dei casi la richiesta di codice STP ha dato un risultato negativo."Crediamo che la difficoltà, a volte l'impossibilità, per i cittadini stranieri irregolari di accedere alle cure mediche risieda principalmente in una precisa volontà politica di non applicare la normativa vigente creando, così, difficoltà nell'accesso e nel godimento del diritto alla salute" dichiara Pietro Massarotto, presidente del Naga.

"Abbiamo individuato tre proposte che, se applicate, potrebbero modificare la situazione vigente: iscrivibilità dei cittadini stranieri irregolari nelle liste dei medici di medicina generale; applicazione omogenea della normativa nazionale vigente e conseguente rilascio e gestione successiva del codice STP in tutte le Strutture Sanitarie Pubbliche e convenzionate della Lombardia e, infine, campagne pubbliche di sensibilizzazione, formazione e informazione in merito alla normativa vigente e ai diritti fondamentali in materia di salute rivolte a tutto il personale sanitario e ai cittadini stranieri regolari e non".

Info:
Naga 02 58 10 25 99 - 349 16 03 305 - naga@naga.it - www.naga.it

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