Giovani, precari e studenti e tutti coloro che non vogliono essere più 'invisibili' hanno manifestato in tutta Italia e all'estero per chiedere che siano riconosciuti a tutti pari diritti e dignità sul lavoro.
Protagonisti di questa giornata di protesta i giovani, i precari e gli studenti che scesi in piazza in tutta Italia e anche all'estero hanno rimesso al centro il valore del lavoro e la difesa di un'occupazione senza precarietà. A Roma, Milano, Napoli, Palermo, Torino, Bergamo, Bari, Perugia, e in altre 50 città, con un solo slogan: 'Il nostro tempo è adesso.
La vita non aspetta', le varie realtà del mondo del lavoro precario: da quello della scuola, dell'università e della ricerca, ma anche della pubblica amministrazione, dei servizi e dell'industria, tutti coloro che sono considerati gli 'invisibili', hanno preso la parola per chiedere che siano riconosciuti, senza escludere nessuno, pari diritti e dignità sul lavoro.
L'unica risposta possibile, per fronteggiare la crisi economica e per dare risposte concrete a quel 30% di giovani disoccupati, che si aggiungono ai 2 milioni di 'NEED', ragazzi che non studiano e non lavorano, è spiegano i manifestanti "l'azione collettiva", non esiste proseguono una "salvezza individuale" e rivolgendosi al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ne invocano le dimissioni: "gli chiediamo di farsi da parte per raggiunti limiti d'età e per furto aggravato di presente, di futuro e di dignità a questo paese, e di sollevarci dalla sua presenza opprimente perchè sia possibile liberare le energie migliori".
A Roma ad aprire la 'street parade' lo striscione con la scritta 'il nostro tempo è adesso. La vita non aspetta' sorretto da giovani in maglietta gialla con un grosso punto esclamativo, simbolo della protesta, ai quali si è aggiunto il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso. "Il tema del precariato è il tema del futuro del nostro Paese" ha affermato Camusso, aggiungendo che "non si può immaginare che ci sia un futuro se ci sono intere generazioni che pensano che questo Paese non li vuole e non gli dà nessuna prospettiva".
A colorare il corteo, composto da migliaia di giovani che partiti da Piazza della Repubblica sono giunti sotto al palco montato davanti al Colosseo, anche un tricolore di 60 metri e decine di striscioni con slogan contro il precariato come: 'Basta privilegi, basta corruzione'; 'Reddito e saperi contro la crisi' e ancora 'L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro'. In testa al corteo romano, a sorreggere lo striscione di apertura Ilaria Lani, Reponsabile delle Politiche Giovanili della CGIL, e tra le promotrici dell'appello 'Il nostro tempo è adesso', che ha spiegato ai microfoni della CGILtv "la vita non aspetta, dobbiamo viverla adesso" per questo, ha proseguito "rivendichiamo diritti e risposte subito".
La giovane sindacalista ha ribadito "questo è il nostro presente e vogliamo liberarci dalla precarietà, vogliamo avere tutele ed un welfare che ci permetta di costruire la nostra autonomia". La mobilitazione, annuncia Lani, proseguirà "perchè tante realtà oggi si sono fuse insieme" fino a confluire nello Sciopero Generale proclamato dalla CGIL per il 6 maggio prossimo, "è solo riunificando il lavoro - ha concluso Ilaria Lani - che si potrà cambiare il volto di questo paese".
CGIL, ridurre precariato aumentandone i costi. A rappresentare la CGIL in piazza a Roma con i giovani e i precari anche la Segretaria Confederale, Vera Lamonica che ha affermato "la scommessa di questa generazione precaria è anche la nostra" ricordando che la responsabilità del sindacato è "quella di imporre all'agenda politica del paese il tema del lavoro, per chi un'occupazione non ce l'ha, ma anche per chi nè studia nè lavora, per chi è precario e per tutti coloro che vivono in una situazione lavorativa senza tutele nè certezze".
Al Governo Lamonica ha chiesto risposte immediate e l'apertura di un serio confronto con le organizzazioni sindacali e di provvedere a fornire un sostegno al reddito per quei giovani precari che si trovano a fronteggiare periodi di disoccupazione, come già accade in altri Paesi Europei. Inoltre, in questa giornata di mobilitazione nazionale, Lamonica ha colto l'occasione per ribadire l'impegno della CGIL a fronteggiare il problema precarietà ricordando la proposta elaborata dalla Confederazione: ridurre a quattro le forme di lavoro diverse dal tempo indeterminato; aumentare i costi del lavoro precario per diminuirne il potere attrattivo da parte delle imprese; assumere i finti part time e i finti stage; estendere a tutti i giovani precari il sistema attuale degli ammortizzatori sociali.